Antonietta e "Icaro": dall’ictus
alle nuove ali sul palco del Verdi

Martedì 28 Ottobre 2014 di Daniela Boresi
Antonietta Mollica in scena
PADOVA - Ci sono molti modi per spiccare il volo. E ci sono anche momenti diversi. A volte il volo più bello è quello che arriva come una rinascita, dopo che la vita ci ha dimostrato quanto grande sia la nostra vulnerabilità.



Antonietta Mollica le carte per volare alto le aveva tutte: giovane, bella, laurea in Economia alla Cattolica di Milano, una carriera ai vertici di Monte Paschi di Siena, proposte per rappresentare l’istituto all’estero che si sarebbero dovute concretizzare a breve.

Ma la vita è capricciosa e quando Antonietta inizia a guardare il mondo dal punto più alto, arriva una mazzata. Un ictus a 34 anni dopo una sciata a Bormio.



«I medici dissero ai miei genitori, "salutatela adesso, non sappiamo se arriva a sera"», racconta Antonietta che oggi alle 20.45 porterà al Teatro Verdi uno spettacolo che la vede protagonista a tutto tondo: autrice, ballerina e voce narrante: "Icaro (Reloaded)" con la compagnia teatrale Motus.



Ma quella di Antonietta è stoffa buona, non si lascia lacerare dagli insulti della vita, e dal tuffo in apnea che pareva senza ritorno arriva alla risalita. Una lunga ricostruzione, dolorosa e complessa, che l’ha portata in giro per il mondo a Chicago, "sono partita in sedia a rotelle e sono tornata con le mie gambe", a Roma, in Svizzera e a Venezia all’Ircss San Camillo. «Senza Mps non ce l’avrei mai fatta, mi sono stati vicino - racconta Antonietta - mi ha permesso di curarmi e di non perdere mai il lavoro. E in questo lungo percorso ho scoperto il mio lato artistico, fino a 34 anni ero stata una manager decisa e ora mi trovavo con una emiparesi».



Lo spettacolo è un inno alla vita, a quella nuova esistenza che Antonietta si è guadagnata passo dopo passo, un piccolo successo dopo l’altro. «Nel 2012 mi sono trovata con un eccesso di energie - racconta - avevo il bisogno di comunicare il mio amore per la vita, riuscire a regalare questa sensazione ad altre persone, attraverso la mia presenza sul palco». Ne è nato uno spettacolo che è tante cose: arte, voglia di vivere, impegno sociale, sostegno (il ricavato andrà all’Ircss San Camillo dove per un anno ha fatto riabilitazione, lavorando al mattino al Monte Paschi di Venezia). «É il racconto di come mi sono ricostruita, ho riavuto le mie ali come Icaro. Se si ha la fortuna di sopravvivere si ha il dovere di lottare per la seconda vita». Nello spettacolo Antonietta parte dal suo punto di minimo, quando quel giorno sotto la doccia dopo una fantastica giornata sulle piste da sci ha avuto l’ictus e si è ritrovata in sedia a rotelle. Poi segue con un percorso, tra danza e voce narrante, che è anche geografico. «Ma è soprattutto un tracciato di emozioni, attraverso un supporto video racconto come mi sono ricostruita dal punto di vista motorio, quando sono tornata a sciare - racconta - Nello spettacolo c’è tanta denuncia sociale. Il mio percorso per la vita incrocia la strada della mia ricostruzione fisica, il mio tragitto personale e professionale. É uno spettacolo coraggioso e anche autoironico».
Ultimo aggiornamento: 29 Ottobre, 07:01
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