Alberghi aperti, ma i turisti arrivano soltanto il sabato

Venerdì 21 Maggio 2021 di Mauro Giacon
Una veduta di Prato della Valle

PADOVA - Non c'è da farsi illusioni. Il turismo a Padova non decollerà almeno fino all'anno prossimo. Nei primi tre mesi dell'anno ci sono stati 37.483 arrivi. Nel 2019 erano 138mila. Le presenze, ovvero contando le notti, sono 142.288, al posto di 442mila.
Il confronto lo facciamo sull'anno buono ovviamente. Perchè il 2020 è stato una tragedia. Nell'arco dei 12 mesi, per dare l'idea, gli arrivi sono stati 675mila. L'anno prima, nel 2019, 1 milione e 884 mila. Le presenze sono state 2 milioni e 136 mila. Nel 2019 erano 5 milioni e 535mila.
Si capisce perchè tra il 2019 e il 2020 il sistema turistico padovano ha perso nel complesso oltre un milione di visitatori: 3,4 milioni di presenze in meno che si traducono in un ammanco di 407 milioni.

E nei primi due mesi del 2021 ha perso 43 milioni rispetto allo stesso periodo di un anno fa.


IL COMPARTO
Tutto questo ha avuto un rimbalzo pesante sull'occupazione: in provincia si contano circa 200 attività alberghiere, 40 in città, 90 nel bacino termale, le altre sparse per il territorio dall'Alta alla Bassa padovana. A queste dobbiamo aggiungere 400 tra bed and breakfast e altre attività, decisamente più snelle da rimettere in moto. Il personale alberghiero è composto da novemila unità (seimila solo alle terme) Altre seimila lavorano a contratto.


GLI OPERATORI
Intervistando gli operatori i numeri non sono destinati ad aumentare nel breve- medio periodo per un insieme di fattori. Il primo è che le città d'arte sono penalizzate. Non è già più tempo di fine settimana ma di vacanze all'aria aperta. Il secondo è che mancheranno gli stranieri perché le regole d'ingresso prevedono ad esempio tutt'ora un tampone e una modulistica che non invoglia. Ci si salverà con il movimento interno, ma è un turismo da sabato notte, troppo poco per produrre reddito a un albergo.
Marco Gottardo presidente dell'ente bilaterale turismo Padova Terme Euganee. «I flussi sono molto limitati. Alle terme ma credo anche in città, durante la settimana le stanze sono occupate al 25 per cento e al sabato notte al 65 con punte del 70. Tutto turismo italiano che va alla spa e non vuole tornare a casa subito. Ma per gli alberghi ha un costo devastante. La prospettiva non migliorerà se non dopo agosto perchè giugno e luglio sono per tradizione mesi sottotono. Questo significa che i contratti con i lavoratori che prima erano di sei mesi rischiano di non essere più nemmeno stagionali ma a chiamata».
Il problema maggiore è l'assenza di stranieri. «Che devono ancora oggi fare un tampone prima di entrare e presentare una certa modulistica che attesti il loro stato sanitario e il motivo del viaggio. Scoraggiante».


LE PREVISIONI
Simonetta Fincato, titolare dell'hotel Eden, in centro città e referente di Assoturismo Confesercenti: «Tutti gli indicatori segnalano quest'anno una minore attenzione al nostro territorio rispetto a mète come la Puglia o la Sardegna. O la montagna. Poi non vedremo molti turisti stranieri nonostante la lodevole iniziativa della Regione di vaccinarli con la seconda dose se ne hanno bisogno. E sono loro che per il Veneto fanno la differenza. Vedremo piuttosto viaggi di lavoro e della speranza come li chiamo io, legati al nostro ospedale. Per il resto le prenotazioni sono al palo. E per vedere qualcosa di buono, cioè rientrare nella redditività dovremo attendere il 2024. Nel frattempo stiamo studiando nuove modalità ad esempio partecipiamo al progetto Veneto waterwise che tocca 500 chilometri di vie navigabili e ciclabili. Infine mi auguro che il Superbonus sia esteso anche agli alberghi insieme all'accesso al credito garantito».
La collega Monica Soranzo presidente di Padova hotels Ascom è lapidaria: «Turisti per ora no. Un po' di business, ma sono numeri ridicoli». E continua. «Fino a settembre purtroppo non vedremo grandi numeri e per questo sono concorde con l'assessore Colasio, investire adesso non ha senso, l'estate è già andata, meglio concentrarsi sulle feste di Natale e soprattutto sulla prossima primavera, bisogna essere realisti. Anche il green pass è troppo complicato, fa passare la voglia. A questo punto per quanto riguarda i prossimi appuntamenti l'unico è S.Antonio, ecco noi lo preghiamo sempre».
 

Ultimo aggiornamento: 17:16 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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