Padova. Area chirurgica unica in Italia: alta tecnologia per le sale operatorie ibride

Le attrezzature permettono ai clinici di fare diagnosi e trattamenti in un'unica postazione, diminuendo rischi e ritardi

Mercoledì 23 Novembre 2022 di Gabriele Pipia
Le sale operatorie ibride all'ospedale di Padova

PADOVA - «Com'è che dicono i giovani oggi? Tanta roba. Ecco, qui c'è davvero tanta roba». Giuseppe Dal Ben, direttore generale dell'Azienda ospedaliera, sorride orgoglioso pochi minuti prima di entrare nelle due nuove sale operatorie costruite al policlinico di via Giustiniani. In gergo si chiamano sale operatorie ibride multimodali ad alta integrazione tecnologica e rappresentano ancora una volta l'eccellenza della sanità veneta e padovana che consentirà di operare e al tempo stesso vedere in diretta i risultati degli esami. Parliamo di un'area chirurgica unica in Italia e ne troviamo solo altre otto simili nel resto d'Europa. È stata presentata ieri all'ospedale di Padova dal presidente della Regione Luca Zaia assieme all'assessore regionale alla Sanità Manuela Lanzarin. In prima linea anche il presidente di Cariparo Gilberto Muraro (la Fondazione ha contribuito all'investimento), il presidente della Scuola di Medicina Angelo Paolo Dei Tos e i colleghi primari Gino Gerosa e Franco Grego. Davanti a loro tante altre autorità cittadine, il dg dell'Ulss Paolo Fortuna e una platea piena di medici, dai più anziani agli specializzandi.

Tutti lì, prima in aula Morgagni e poi a vedere da vicino questo portento di tecnologia che permetterà di alzare ulteriormente un'asticella già altissima.

Le sale chirurgiche ibride

«Questo progetto ha radici molto lontane - spiega il dg Dal Ben -. La prima idea risale al 2015 mentre il primo atto concreto è una lettera del 2018 in cui i direttori Grego e Gerosa richiedono l'autorizzazione all'appalto. La gara è stata indetta nel 2020 e ora siamo qui a presentare la nuova area nel piano rialzato del policlinico grande 1.050 metri quadri».
«Parliamo di un unico ambiente chirurgico che combina attrezzature per la diagnostica per immagini con un tavolo chirurgico multifunzionale - continua - che permette ai clinici di fare diagnosi e trattamenti in un'unica postazione. Così diminuiscono rischi e ritardi, migliora la sicurezza del paziente e si riducono i costi. Il piano operatorio chirurgico soddisfa solo le esigenze delle diverse discipline chirurgiche ma anche le necessità derivanti dalle procedure di imaging avanzato. Uno straordinario lavoro di squadra».
«Qui la tecnologia è di ultimissima generazione - prosegue Dal Ben -. Lo dimostrano gli angiografi digitali robotizzati, le tac e i tavoli operatori. L'investimento è di 12 milioni e fa parte di un più ampio investimento di 50 milioni assegnatoci dalla Regione per diversi interventi nel policlinico».

 

«Momento storico»

Ecco poi Franco Grego, direttore della Chirurgia vascolare. «Questo intervento era chiesto in modo pressante da noi e dalla Cardiochirurgia. Una sala operatoria classica al top della tecnologia dialogherà con le migliori tecnologie di radiografia fornendo dati preziosi in tempo reale. È splendido veder realizzato tutto ciò». Sulla stessa linea il collega Gerosa della Cardiochirurgia: «Queste sale erano per noi una necessità ineludibile sia per i pazienti adulti che per i bambini. Coniugheremo l'eccellenza tecnologia allo human power dando al paziente tutte le possibili opportunità terapeutiche». Per il professor Dei Tos, presidente della Scuola di Medicina, questo è «un momento storico per l'Azienda, per l'ateneo e per la Regione» mentre per Gilberto Muraro «Cariparo è sempre molto attenta a sostenere la medicina e le innovazioni». Dopo le parole si passa al taglio del nastro. Zaia, Lanzarin e i medici visitano la nuova sala e accarezzano il tavolo operatorio sapendo di avere davanti un gioiello. Il professor Grego illustra ulteriori dettagli e intanto freme: «Ora la utilizziamo. Ed è la cosa più importante». 

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Ultimo aggiornamento: 17:09 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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