MONTEGROTTO - «Chi bestemmia non mi piace. Penso però che chi ruba compia un gesto ben peggiore del turpiloquio». Questo in sintesi il motivo per il quale il sindaco Riccardo Mortandello ha deciso di revocare l'ordinanza con la quale il suo predecessore, Massimo Bordin, fino a 10 giorni fa agli arresti domiciliari per il coinvolgimento nella Tangentopoli delle Terme, aveva messo al bando la bestemmia nei locali pubblici, nelle sedi istituzionali e nelle strutture scolastiche ed educative.
L'editto anti turpiloquio di Bordin, datato esattamente due anni fa, era subito finito sulle pareti di bar, circoli e negozi. C'era addirittura la faccia dell'ex primo cittadino, ritratta da un pittore locale, ad ammonire che il turpiloquio «offende chi lo pratica e chi gli sta vicino». Tanto era bastato a Bordin per attirarsi i riflettori dei media nazionali ed esteri. Ma con essa anche gli strali dei più critici.
Ora il suo successore, Riccardo Mortandello, spegne ogni disputa, mettendo l'ordinanza in soffitta. Non senza frecciate polemiche per l'ideatore. «Non servivano - ha detto - i poteri straordinari del sindaco per ricordare norme per tanto tempo scritte sul codice penale, ora oggetto di sanzione amministrativa. Costumi di inciviltà non si combattono certo a colpi di ordinanze. Preoccuparsi di ammonire i cittadini a non bestemmiare e poi mettere in atto per anni pratiche di illegalità e malcostume politico, è però molto più dannoso per l'immagine turistica che si voleva tanto salvaguardare. I danni, economici e morali, i nostri cittadini li stanno già pagando».
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