Prostata rimossa con il robot mentre il paziente respira da solo

Giovedì 23 Marzo 2023 di Elisa Fais
Prostata rimossa con il robot mentre il paziente respira da solo

PADOVA - Un paziente di 65 anni è stato sottoposto a una prostatectomia radicale robotica in anestesia spinale e a respiro spontaneo. La novità sta nell'opzione anestesiologica studiata su misura per il paziente che, a causa di un grave problema ai polmoni, non avrebbe potuto sostenere l'anestesia generale. Il procedimento di intubazione, infatti, rischiava di compromettere definitivamente la bolla polmonare e portare l'uomo al collasso del polmone. L'intervento con tecnica mini invasiva, mediante l'uso del robot Da Vinci, è durato un'ora e 40 minuti. Il 65enne veneto è stato dimesso dopo qualche giorno e ora sta bene.
L'eccezionale risultato è stato raggiunto grazie alla sinergia tra due équpe: l'Anestesia e Rianimazione diretta dal dottor Ivo Tiberio e l'Urologia diretta dal professor Fabrizio Dal Moro.

Ne ha dato notizia, ieri, il direttore generale Giuseppe Dal Ben. «Abbiamo due squadre composte da campioni commenta il dg Dal Ben . E ora l'intenzione è di proseguire su questa strada. Stiamo studiando un progetto per favorire la formazione e la multidisciplinarietà nel campo della chirurgia robotica. L'obiettivo è che uno stesso robot venga usato da più gruppi e che ci sia del personale dedicato e formato ad hoc. Pensiamo a una sorta di accademia della chirurgia robotica».


L'ATTIVITÀ
Il gruppo di Anestesia e Rianimazione dell'Azienda Ospedale Università conta 39 medici e 18 posti letto al terzo piano del Monoblocco. Accoglie pazienti da varie piastre operatorie: la chirurgia vascolare, la week surgery, l'urologia, la chirurgia plastica, l'otorinolaringoiatria e così via. Nel 2022 il reparto diretto dal dottor Tiberio ha seguito 979 pazienti, di cui 745 da ricoveri chirurgici. 216 i pazienti assistiti per Covid. Dall'altra parte l'Unità operativa di Urologia conta 19 medici e 58 posti letto, oltre che 210 ore settimanali in sala operatoria. Nel 2022 sono state seguite 2.770 persone, tra queste sono state 415 le urgenze. L'attività comprende anche l'urologia pediatrica, i minori curati sono stati 227. Significativa anche l'attrazione da fuori provincia e Regione, anche in campo oncologico. Sono stati 776 gli adulti assistiti a causa di una diagnosi di cancro.


I PASSAGGI
«Il tumore alla prostata è una delle neoplasie più frequenti tra gli uomini spiega il professor Dal Moro, direttore dell'Urologia . Nel caso di un prostatectomia è necessario gestire anche problemi legati all'intervento, tra cui la continenza urinaria e la potenza sessuale. Togliere la prostata senza lesionare i nervi connessi è come togliere un ragno da una ragnatela senza pensare di rovinare la tela. Un paziente con una neoplasia di questo tipo, ad oggi, affronta un approccio robotico perché la letteratura conferma che la riuscita è migliore. La continenza urinaria arriva fino al 70 per cento e la potenza sessuale spesso viene preservata. Ciò grazie alla visione magnificata e l'approccio mini invasivo dei cosiddetti bracci robotici». Grazie alla precisione del robot Da Vinci, guidato dalle sapienti mani del chirurgo attraverso una console, è stato quindi possibile rimuovere la prostata al 65enne. «Un epilogo felice aggiunge il dottor Tiberio, a capo della Rianimazione . Il paziente, un 65enne veneto, aveva controindicazione assoluta all'anestesia generale a causa di una patologia polmonare concomitante. Non c'è nessun articolo in letteratura scientifica che presenti la prostatectomia radicale robotica senza anestesia generale. Ma noi non ci siamo dati per vinti e abbiamo personalizzato la presa in carico, adattando l'anestesia subaracnoidea più peridurale in caso di necessità. C'è un gruppo di discussione molto attivo in Italia in questo campo, ma per lo più per chirurgie laparoscopiche: è stato molto utile il confronto con un collega di Firenze». Il gruppo di camici bianchi ha quindi preparato il paziente in anestesia neuroassiale. «Si può paragonare l'anestesia all'aviazione prosegue Tiberio con un decollo, un tempo di volo e un atterraggio. Oggi lavoriamo in estrema sicurezza, si registra un caso di complicanza grave ogni 200mila. Il paziente non ha sentito dolore, ma si è appisolato. I parametri cardio circolatori sono sempre stati stabili e ciò ha consentito al chirurgo di operare in tranquillità. Il robot permette di lavorare con massima precisione in una zona angusta, il paziente è a testa in giù e il respiratore è spento. Alla fine, il paziente si è svegliato immediatamente e dopo qualche è stato mandato in reparto. La sinergia tra chirurghi e anestesisti ha consentito di dare la miglior risposta al paziente». L'equipe di Urologia arriva a eseguire fino a cinque interventi di chirurgia robotica al giorno.

Ultimo aggiornamento: 24 Marzo, 09:26 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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