Willy Branchi, ucciso nel 1988. Nessun colpevole, il prete, le calunnie e il giro di pedofili

Domenica 21 Aprile 2019
Willy Branchi, ucciso nel 1988
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La Procura di Ferrara ha chiuso l'indagine nei confronti di don Tiziano Bruscagin, ex parroco di Goro, accusandolo di false informazioni al pm e calunnia. Il sacerdote, da una decina d'anni residente nel Padovano, è considerato un testimone chiave nell'inchiesta, riaperta nel 2014, sull'omicidio di Willy Branchi, ragazzo di 18 anni trovato morto il 30 settembre 1988 nella golena del Po, nudo e con il capo fracassato dal colpo di una pistola da macello. Un delitto rimasto senza colpevoli, tra omertà, poche certezze, e indagini che riguardarono anche un giro di pedofilia.

Ora Procura e carabinieri hanno notificato l'avviso di fine indagine al prete, 78 anni, parroco di Correzzola, con la novità della contestazione di calunnia nei confronti delle persone che ha indicato - con nomi, cognomi, spiegazioni sul possibile movente dell'omicidio e retroscena - a magistrati, carabinieri e giornalisti del Resto del Carlino e della Nuova Ferrara.

Il pm Andrea Maggioni, che ha ereditato il fascicolo dal precedente magistrato, Giuseppe Tittaferrante - che chiese l'archiviazione della prima tranche di accertamenti prendendo atto dell'omertà dei testimoni - ha chiuso l'indagine su don Tiziano contestandogli ciò che avrebbe riferito falsamente, coprendo le dichiarazioni con reticenza, e poi avvalendosi della facoltà di non rispondere, senza dare spiegazioni delle sue affermazioni precedenti, e dunque accusando ingiustamente alcune persone. Interrogato prima come testimone e poi come indagato ben cinque volte, aveva ripetuto di sapere chi erano gli autori del delitto, chi aiutò a spostare il cadavere e soprattutto di conoscere il contesto in cui maturò l'uccisione di Willy, che avrebbe offerto prestazioni sessuali a pagamento ad anziani del paese.
Il sacerdote, registrato nella sala d'attesa della Procura, avrebbe tra l'altro invitato altri testimoni a non parlare, e a non farlo per telefono. A processo, accusato di bugie e reticenze, c'è già un altro pensionato del paese, Carlo Selvatico, con udienza fissata il 4 ottobre. E ci sono altre quattro persone indagate per false informazioni al pm: due vicini, marito e moglie, della casa in cui viene indicato possa esser avvenuto l'omicidio, un medico e un pescatore. L'atto d'accusa a Bruscagin è stato notificato anche ai superiori del prete, in scala gerarchica, affinché si valuti la sua posizione.
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