PADOVA - Khlifi Oualid è stato assassinato intorno all'una della notte precedente il ritrovamento del suo cadavere. Le ultime ore della sua vita le ha passate al bar cinese di via dei Colli con tre "clienti" italiani, uno dei quali, poi l'ha accompagnato sul lungargine Buschetto. I tre sono già stati sentiti dagli investigatori della Squadra mobile che indagano sull'omicidio del 39enne tunisino, regolare in Italia avendo sposato una padovana anni fa. Sul suo corpo, gli inquirenti hanno riscontrato almeno una ventina di ferite da arma da taglio.
Il ritrovamento
Lo straniero, con numerosi precedenti per droga ma anche per immigrazione clandestina e per reati contro il patrimonio, è stato trovato domenica mattina sulle acque del Bacchiglione in zona Brusegana da un passante a passeggio con il cane. La Procura, attraverso il pubblico ministero Sergio Dini titolare delle indagini, ha aperto un fascicolo per omicidio volontario al momento contro ignoti.
Le indagini
Secondo una prima ricostruzione della Squadra mobile, che indaga sull'accaduto, l'uomo dovrebbe essere stato ucciso intorno all'una della notte tra sabato e domenica. Per gli investigatori sarebbe stato aggredito con il buio. In questo modo gli assassini, che sarebbero almeno due, hanno sfruttato il favore delle tenebre per non farsi vedere. Sulle mani e sulle braccia aveva diversi tagli, segno che ha cercato di difendersi. In qualche modo ha provato a parare i micidiali fendenti. Sul capo aveva una profonda ferita, forse inferta con un bastone. A terra gli agenti, lungo il lungargine Buschetto, hanno trovato numerose gocce di sangue. La violenza è iniziata quindi diversi metri più in là di dove è stato ritrovato il cadavere in acqua impigliato tra i rovi. La vittima in tasca aveva ancora il portafogli con all'interno 150 euro: questo particolare indica che non si è trattato di una rapina. Ma soprattutto la Mobile ha trovato e sequestrato il telefono cellulare del nordafricano. Lo smartphone è stato analizzato e si è rivelato molto utile alle indagini visto che ha consentito di appurare con chi si è sentito e dove è stato il 39enne prima di essere assassinato.
Il lungargine
In quell'area invece non sarebbero installate telecamere della videosorveglianza, quindi è difficile per gli inquirenti avere delle immagini della brutale aggressione. La pista più battuta dalla Mobile è il regolamento di conti tra spacciatori.
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