Denaro e rancore dietro alla follia del padre padrone che ha ucciso la figlia

Sabato 18 Settembre 2021 di Marina Lucchin
Stellio Cerqueni e la figlia Dorjana
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RUBANO (PADOVA) - Denaro, follia e rancore. È su questo che affonda le radici la tragedia che si è consumata ieri in mezzo alla strada di campagna di Rubano. Stellio Cerqueni era un padre-padrone. I familiari di Dorjana hanno raccontato che da giovane veniva picchiata dal padre. Ma c'è molto di più dietro a quei tre spari che poco prima dell'una di ieri hanno messo fino alla vita di padre e figlia. Forse anche una questione di eredità. Tutto comincia negli alla fine degli anni 70, quando Stellio Cerqueni, agente immobiliare, conosce Galdino Nicoletti, pochi anni più giovane di lui e con grandi progetti imprenditoriali. Frequenta il Friuli per lavoro, si incontrano, iniziano a parlare, si trovano d'accordo e decidono di mettersi in società con un'idea per l'epoca davvero rivoluzionaria. In un periodo in cui a farla da padrone erano ancora i pizzicagnoli e le gastronomie, specie nei paesi più piccoli, creano un grande supermercato a Cividale del Friuli.

Gli affari vanno bene e le famiglie si conoscono.

Galdino Nicoletti è sposato e ha tre figli piccoli. Stellio Cerqueni è solo con una figlia poco più che ventenne. Passa qualche anno, gli affari vanno a gonfie vele, ma Galdino Nicoletti resta improvvisamente vedovo della sua Adriana. La moglie muore di tumore nel giro di pochissimo tempo. Passa qualche tempo e Galdino inizia a frequentare Dorjana, che ha poco più di vent'anni meno di lui. Per Stellio Cerqueni è un affronto. Il felice idillio societario si incrina, Galdino sposa Dorjana e decide di tornare nel Padovano e acquisisce un'impresa di arredamento a Rubano. Una frattura insanabile, tanto che Stellio vedrà solo una volta il suo unico nipote, Michele. Per anni non ci saranno rapporti tra le due famiglie e le poche volte che per qualche motivo padre e figlia dovranno mettersi in contatto, scatterà il litigio. 
Nel frattempo Stellio Cerqueni, finito in solitudine, ma con una grossa rendita ricavata dalla vendita della sua quota del supermercato, conosce e sposa una donna, più giovane di lui di 30 anni che in seguito scoprirà avere dei problemi di salute particolarmente gravi, tanto da venire seguita dai servizi sociali del Comune per un supporto. 


Di recente, però Stellio Cerqueni, arrivato a 88 anni, inizia ad avere lui stesso dei problemi. Teme, o scopre dopo una visita, di essere malato. O per lo meno questo è quello che racconta a pochi intimi, cui riversa tutta la sua preoccupazione per la moglie. Teme che se lui dovesse morire, lei possa rimanere senza sostentamento. Tanto che negli ultimi tempi si era anche rivolto a un avvocato per poter mettere al sicuro l'esistenza della moglie. 
È una situazione che, con il senno di poi, diventa inquietante, tanto che qualcuno a Monfalcone ha addirittura pensato che l'uomo possa aver deciso di uccidere a sangue freddo la figlia per poter lasciare la sua intera eredità alla moglie invalida. 

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Questa una delle ipotesi che potrebbe dare un senso a un omicidio tanto crudele e spietato. Premeditato senza alcuna ombra di dubbio, visto che l'88enne arriva a Padova armato, va dritto a casa della figlia e la fredda con due colpi di pistola a bruciapelo. Raggiunto il suo scopo, si toglie lui stesso la vita. 
A tutto questo poi si aggiunge il rancore per una figlia che l'ha abbandonato per un uomo che credeva suo amico, scelta che ha causato il crollo del sodalizio societario tra lui e Nicoletti. Un rancore, una rabbia, che ha portato l'88enne a chiudere tutti i suoi conti con tre colpi di pistola. 


 

Ultimo aggiornamento: 19 Settembre, 12:08 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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