Omicidio suicidio, l'odio di Stellio per la figlia: «Questa specie va estirpata come il cancro»

Venerdì 24 Settembre 2021
Stellio Cerqueni
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PADOVA - «Oggi è il giorno della vendetta». In un foglio vergato a mano Stellio Cerqueni ha messo nero su bianco tutto il suo odio, covato per lunghi quarant’anni, nei confronti della figlia (la definisce una “bestia) e suo marito, Galdino Nicoletti suo ex socio in affari. Uno scritto rivenuto e sequestrato dai carabinieri sul corpo dell’anziano, quando sono intervenuti in via Palù a Rubano il diciassette settembre data dell’omicidio-suicidio. Intanto il figlio di Dorjana, Michele Nicoletti, ha ricevuto per mano del suo avvocato Roberto Boev il memoriale di 60 pagine a lui destinato e realizzato dal nonno. 

LO SCRITTO
La lettera è stata scritta da Stellio proprio nel giorno del massacro. Ogni riga è impregnata di rancore nei confronti della sua unica figlia Dorjana e di Galdino. L’attacco del testo è un messaggio ai giornalisti, consapevole che quanto avrebbe compiuto da lì a poco lo avrebbe portato alla ribalta delle cronache. “Giornalisti scribacchini e benpensanti non scrivete femminicidio, questa è giustizia”. 
Da questa momento in poi lo scritto è imbevuto di violenza. “...Sono stati giustiziati perchè questa specie deve essere estirpata come fa il contadino con le erbacce e come i medici estirpano il cancro...Questi delinquenti mi hanno rubato tutto...Hanno fatto morire mia moglie, distrutto la mia famiglia e la mia vita...”. 
Qualche riga dopo, quasi a metà della lettera, la frase choc prova indelebile della premeditazione del delitto. “...Questa giustizia la sognavo notte e giorno la accarezzavo prima di addormentarmi e al risveglio prima e dopo i pasti ogni giorno per lunghi quarant’anni. Oggi è il giorno della vendetta...”. Poi lo scritto prosegue, e nelle ultime righe l’anziano sputa veleno sulla figlia. “...Dicevo a quella bestia che dice di essere mia figlia: mi avete rubato tutto non ho i soldi per le medicine, datemi almeno mille euro al mese per vivere ha detto creperai prima o poi...”. E infine la conclusione “...Oggi ho risolto il mio sogno, la mia vendetta. Se tutti facessero così ci sarebbe serenità e non ci sarebbero più i ladri...”. 
IL FIGLIO
Il diario di sessanta pagine scritto da Stellio Cerqueni è stato consegnato a suoi nipote Michele Nicoletti, come l’anziano voleva. «Mi è stato consegnato mercoledì sera ma non l’ho ancora letto, non l’ho ancora sfogliato - ha spiegato Michele con voce pacata e sofferente -, me ne ha fatto una breve descrizione il mio avvocato, ma dai passaggi scritti si tratta di una ricostruzione tutta personale e vaneggiante delle vicende che lo hanno portato a covare l’odio per mia mamma. Parla di tutti i suoi averi che gli sarebbero stati sottratti, quando invece questo non è vero». 
E ancora: «Riporta una ricostruzione tutta personale dei fatti, con ragionamenti confusi.

Ma tutto questo ora poco ci interessa, noi ora vogliamo andare avanti, seguire la strada della serenità». Michele ha poi voluto lanciare un messaggio: «Noi continueremo ad essere qui, la perdita è grande, ma noi tutti vogliamo andare avanti perseguendo sempre la strada del bene, purtroppo abbiamo visto a cosa può portare l’odio». 

I FUNERALI
Una tragedia che ha scosso l’intera comunità, e anche ieri l’abitazione di via Palù si è riempita di amici e conoscenti arrivati a portare il loro affetto alla famiglia Nicoletti. E chi conosceva Dorjana ne ha tracciato il ritratto di una donna e di una mamma sempre presente e sempre disponibile. Sarà la chiesa parrocchiale di Rubano ad accogliere lunedì 27settembre alle 15 il feretro di Dorjana Cerqueni per il suo ultimo saluto. In molti parteciperanno alla celebrazione del rito funebre per stringersi al dolore della famiglia Nicoletti, del marito Galdino, dei suoi tre figli cresciuti da Dorjana, e del figlio più piccolo Michele. Una famiglia conosciuta anche in parrocchia dove mamma e figlio sono sempre stati attivi in diverse iniziative.
 

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