Il delitto di Selvazzano. «Mio nipote uccise suo padre per la pagella: l'aveva falsificata»

Sabato 27 Luglio 2019 di Marco Aldighieri
Il delitto di Selvazzano. «Mio nipote uccise suo padre per la pagella: l'aveva falsificata»
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A soli 16 anni, il 24 marzo del 2017, ha freddato il padre Enrico con un colpo di fucile alla nuca. Di quel terribile delitto, avvenuto in una villa nel comune di Selvazzano alle porte di Padova, gli inquirenti non hanno mai trovato il movente. Ma per Marco Boggian, fratello del morto e zio del parricida Alberto oggi 18enne e ospite in una comunità di recupero nelle Marche, il movente c’è eccome «Una settimana prima di uccidere il padre - ha dichiarato - mio nipote aveva falsificato l’intera pagella scolastica». E per lo zio non è finita qui perché il nipote sapeva che pochi giorni più tardi il padre sarebbe andato a parlare con i professori. «Mio fratello - ha proseguito - ha sempre cercato di essere un genitore modello. Saputo della pagella falsificata, sarebbe andato all’incontro con i docenti come faceva sempre. Ma non ci è mai arrivato perché mio nipote lo ha ucciso con un colpo di fucile». Per lo zio il nipote aveva premeditato il delitto e soprattutto ha sempre raccontato un mucchio di  menzogne. «Alberto - ha sottolineato lo zio - diceva di avere paura di suo padre. Temeva di essere picchiato. Solo bugie. Mio fratello non ha mai alzato le mani contro i figli e non era una persona violenta. Anzi, e poi ha comprato lo stesso la moto a mio nipote anche se andava male a scuola». Il giorno del delitto Alberto non ha soccorso il padre. È uscito dalla villa, si è liberato del fucile in mezzo ai campi e solo dopo circa un’ora ha chiamato aiuto. Quando sono arrivati i carabinieri ha raccontato che a uccidere il papà erano stati i ladri. I militari per diverse ore hanno creduto alla versione del giovane, fino a quando non è stato sottoposto all’esame del guanto di paraffina. Sulla sua mano è stata trovata polvere da sparo: era stato lui a premere il grilletto.
IL POST
Marco Boggian, lo zio, è poi tornato su quel terribile post pubblicato il 20 maggio di quest’anno sul profilo Instagram della sorellina di Alberto. «Mai discutere con un idiota, ti trascina al suo livello e ti batte con l’esperienza» a fianco la data del 24 marzo del 2017 giorno del delitto. «È incredibile - ha detto - come mio nipote, appena uscito dal carcere minorile, abbia pubblicato sul profilo Instagram della sorella quella frase choc. Io e la mia famiglia vogliamo capire perchè lo ha fatto». Marco Boggian non si dà pace, e vuole andare fino in fondo. Quel messaggio è stato quasi subito tolto dalla rete dalla mamma di Alberto, ma lo zio lo ha trovato e conservato. «La madre di mio nipote lo ha protetto fin dall’inizio di questa terribile storia - ha ripreso Marco Boggian - e nessuno dei giudici è riuscito a capire veramente Alberto. Di una cosa sono certo - ha terminato lo zio - che la frase non può essere stata scritta dalla sorellina di Alberto».
LA MAMMA
Ma la madre, Marianna Badin Boggian, da un’altra versione dei fatti: «Ho letto allibita quanto dichiarato da mio cognato facendo riferimento ad un post di Instagram che avrebbe scritto mio figlio Alberto il 20 maggio scorso utilizzando il profilo della sorella di 14 anni nel quale, avrebbe infangato il nome di suo padre, mio marito. Alberto non ha accesso ai social, la prima volta che ha visto sua sorella dopo il collocamento in comunità per la messa alla prova è stato meno di due settimane fa e in quell’occasione, sempre alla mia presenza, lui e sua sorella non hanno fatto altro che condividere l’emozione di rivedersi fuori dal carcere». E ancora: «Dalla morte di Enrico mia figlia ha inserito quella data maledetta nel suo profilo di wapp per esorcizzare quel momento e ogni tanto inserisce delle frasi che la colpiscono e che non sono assolutamente riferite al suo adorato papà. Solo la fotografia di lei e Alberto è stata postata su Instagram e quindi è anche falso sostenere che quello commentato da Marco Boggian sia un post su quel social». 
Marco Aldighieri

Ultimo aggiornamento: 10:21 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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