ALBIGNASEGO (PADOVA) - A una settimana dall'omicidio del trentenne Mattia Caruso, ieri la Procura ha dato il nulla osta per la restituzione della salma ai familiari. Familiari che stanno ora organizzando i funerali, la cui data potrebbe essere resa nota in queste ore. Ieri inoltre la madre, il padre e il fratello di Caruso sono stati convocati dai carabinieri per rispondere ad alcune domande che aiuteranno a chiarire i punti ancora oscuri delle dinamiche entro cui è maturato il delitto.
Delitto Caruso, la famiglia della vittima sentita dai carabinieri
La prima a essere nuovamente ascoltata al comando provinciale di Padova è stata Rosanna, la madre. Dopo di lei è toccato al marito Tino e al figlio Rosario. Le domande hanno riguardato soprattutto i rapporti che intercorrevano tra Mattia e la fidanzata Valentina Boscaro, agli arresti domiciliari dopo aver confessato il delitto. Sono stati sondati eventuali conflitti nella coppia che a quanto emerso pativa spesso pesanti liti , è stato chiesto ai parenti se fossero a conoscenza di episodi di violenze verbali o fisiche a danno dell'uno o dell'altra, come pure dei contatti avuti dal trentenne nei giorni e nelle ore a ridosso della tragedia.
C'erano maltrattamenti o violenze?
Oltre ai molteplici tentativi di depistaggio messi in atto prima di confessare (in primis sostenendo che il fidanzato fosse stato aggredito da uno sconosciuto fuori dal locale Laghi di Sant'Antonio), la 31enne ha infatti parlato agli inquirenti di maltrattamenti fisici che avrebbe subito dal Caruso. Maltrattamenti che però non sono mai stati denunciati. I carabinieri coordinati dalla Procura, dopo aver interrogato le persone presenti nel locale la sera dell'omicidio, stanno sentendo in questi giorni anche vari conoscenti dei due giovani, sempre per poter desumere un quadro chiaro della relazione.
Autopsia e perizia sul cellulare
In attesa degli esiti dei test autoptici e delle perizie sul cellulare di Caruso, restano al vaglio anche i suoi contatti avuti nei giorni e nelle ore prima del decesso. La settimana precedente il delitto Mattia aveva infatti vissuto nell'appartamento a Montà di Boscaro e la sera in cui è stato ucciso risulta abbia telefonato sia a un amico (chiedendogli che andasse a prenderlo alle Terme), sia alla madre per due volte. Nella prima telefonata le avrebbe detto che si sarebbero visti il giorno dopo, mentre la seconda sarebbe partita per errore alle 22.45. Potrebbe però essere fondamentale per stabilire a che ora la coppia sia uscita dal locale e datare con precisione anche l'accoltellamento.