Padova. Delitto Toffanin, interrogato il pentito Galletto: «​Nella Mala tutti sapevano dello scambio di persona»

L'ex colonnello di Felice Maniero ha raccontato che uno degli indagati, Sergio Favaretto, «prima di sparare, si toglieva gli occhiali da vista»

Martedì 7 Marzo 2023 di Marco Aldighieri
Matteo Toffanin, interrogato Stefano Galletto

PADOVA - Proseguono le indagini sul delitto di Matteo Toffanin. Il 23enne, ucciso per uno scambio di persona, il 3 maggio del lontano 1992 in via Tassoni alla Guizza. Il pubblico ministero Roberto D'Angelo, insieme agli uomini della Squadra mobile, ha sentito in questi giorni Stefano Galletto, 62 anni e originario di Dolo in provincia di Venezia. Era tra i colonnelli di "Faccia d'angelo". Il 10 ottobre del 1991 partecipò anche lui al furto della reliquia del mento del Santo, sottratto alla Basilica. Ma dopo il suo ultimo arresto, quello del 25 novembre del 2003, Galletto è diventato un super pentito. Tanto che il 18 gennaio di tre anni dopo, grazie alla sua piena collaborazione con gli inquirenti, 33 membri della nuova Mala del Brenta sono finiti in manette.

E al processo del 2008 è stato il super testimone della pubblica accusa.

L'interrogatorio

Galletto al magistrato e ai poliziotti ha raccontato la sua verità. «Tutti all'interno della Mala del Brenta sapevano che alla Guizza si era consumato uno scambio di persona. Ma nessuno ne parlava» ha dichiarato agli investigatori. Gli indagati al momento sono due luogotenenti della ex mafia del Nordest: Andrea Batacchi di 60 anni, l'ex marmista di Mortise, e Sergio Favaretto 69 anni di Cadoneghe. «Favaretto prima di sparare, si toglieva gli occhiali da vista» ha ancora ricordato Galletto. E il fatto che proprio il 69enne non ci vedesse bene e che forse anche quella sera del 3 maggio di 31 anni fa prima di aprire fuoco si sia levato gli occhiali, porterebbe senza dubbio alla pista dello scambio di persona. Tuttavia Galletto, cinque anni dopo l'omicidio della Guizza, ha incontrato Favaretto in carcere. «Abbiamo parlato del delitto Toffanin - ha raccontato - e io gli feci alcune domande. Ma lui mi guardò, con gli occhi cattivi perché non voleva si parlasse di quel caso. Inoltre aggiunse che comunque per quella sera avrebbe avuto un alibi. Mi disse che stava altrove con altra gente».

L'omicidio

Il vero obiettivo dell'agguato di 31 anni fa alla Guizza, secondo l'accusa, era Massimo Bonaldo un altro ex della Mala. «Favaretto - ha dichiarato ancora Galletto - di sicuro odiava Bonaldo. Nell'ambiente lo sapevano tutti. Favaretto era molto violento, prima come suo braccio destro aveva Pozzi, poi è arrivato Batocchi. Non agiva mai da solo, ma sempre in coppia». E a colpire Bonaldo nell'agosto del 1976, sparandogli, fu proprio Sergio Favaretto, lo stesso secondo l'accusa che avrebbe tentato di ucciderlo nuovamente nel 1992, insieme a Batacchio, sbagliando però il bersaglio. Favaretto per il tentato omicidio di 46 anni fa fu condannato a sette anni. La sera del 3 maggio del 1992, Bonaldo e la sua amante erano stati ad Abano per mangiare un gelato. Di ritorno dal comune termale erano stati fermati per un controllo da una pattuglia dei carabinieri. Tutto questo mentre Matteo Toffanin posteggiava la Mercedes bianca dello zio, simile a quella di Bonaldo e con le prime tre lettere della targa uguali, proprio sotto il lampione dove parcheggiava sempre Bonaldo. Una tragica fatalità, perché vittima di uno scambio di persona è stato freddato da un paio di killer. Nei prossimi giorni gli inquirenti proseguiranno a scavare nel passato dell'ex Mala del Brenta e a sentire altri uomini di Felice Maniero.

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