Omicidio Branchi, don Bruscagin assolto in appello per l'accusa di calunnia

Il parroco era accusato di aver calunniato i fratelli Alfredo e Francesco Gianella dicendo che erano coinvolti con il padre nell'omicidio del 18enne

Martedì 8 Novembre 2022 di Nicola Benvenuti
Don Tiziano Bruscagin è stato assolto in appello

CORREZZOLA - Don Tiziano Bruscagin, già parroco di Concadalbero e Villa del Bosco, dove risiede ed è collaboratore dell'Unità Pastorale, è stato assolto in appello con formula piena, dopo la condanna di primo grado dall'accusa di calunnia per l' omicidio di Willy Branchi, un giovane di Goro, in provincia di Ferrara, dove il sacerdote era parroco nel 1988, quando Branchi morì assassinato in circostanze mai chiarite. La sentenza della Corte d' Appello di Bologna è stata pronunciata qualche giorno fa: assolto perchè il fatto non sussiste. Don Bruscagin, è stato liberato con formula piena dall'accusa di aver calunniato i fratelli Alfredo e Francesco Gianella dicendo - senza mai darne spiegazioni - che erano coinvolti con il loro padre Ido nell'omicidio del 18enne, trovato ucciso alle porte del paese di Goro 34 anni fa, e sulla cui morte ancora oggi è aperta una inchiesta alla ricerca degli assassini.

La vicenda

Don Tiziano, oggi 82enne, all'epoca dell'omicidio Branchi era parroco di Goro, raccogliendo tanti segreti dai compaesani. Durante l'inchiesta sull'omicidio, don Bruscagin aveva fatto affermazioni facendo credere che tra i responsabili dell'assassinio ci fossero i fratelli Gianella e il padre Ildo, deceduto qualche anno fa. Poi però aveva deciso il silenzio senza spiegare i motivi che l'avevano indotto a fare quei nomi, sostenendo - interrogato - di aver raccolto le voci del paese: ricostruzione che non aveva convinto la procura, in possesso di registrazioni audio delle sue dichiarazioni, che prima lo aveva indagato per false informazioni al pubblico ministero, poi per calunnia, non avendo dato spiegazioni alle sue dichiarazioni. Il sacerdote era stato condannato dal Tribunale di Ferrara, in primo grado, col giudizio abbreviato, alla pena di un anno e mezzo di reclusione.

Dopo la sentenza di appello che ha ribaltato quella di primo grado, i legali che lo hanno difeso, Milena Catozzi e Marcello Rambaldi, hanno espresso tutta la loro soddisfazione: «Siamo molto contenti della decisione della Corte d'appello di Bologna, che evidentemente ha ritenuto fondate le nostre critiche alla sentenza del tribunale di Ferrara. Ovviamente attendiamo le motivazioni per poter valutare nel suo complesso il ragionamento della Corte bolognese, sottolineando che lo stesso Procuratore Generale in aula aveva chiesto l'assoluzione, accolta con formula più netta: Il fatto non sussiste».

La pronuncia della Corte d'appello bolognese apre scenari ed interpretazioni opposti, spiegano gli addetti ai lavori che seguono da anni il caso, alla ricerca degli assassini di Willy Branchi. Il legale della famiglia Branchi, Simone Bianchi, ha preso atto della sentenza, senza rilasciare commenti. E attende l'esito dell'inchiesta sulla morte di Willy, ancora in corso da anni da parte di Procura e Carabinieri di Ferrara e Comacchio. Nessun commento neppure da parte del diretto interessato, né dalla Curia padovana. Don Tiziano Bruscagin, nativo di Arre - qui ancora risiedono i suoi parenti - una volta ordinato sacerdote a metà degli anni '60, dopo qualche breve esperienza padovana era stato inviato, con altri presbiteri padovani alla Diocesi di Ferrara. Venne nominato parroco di Goro nel 1970 e qui rimase fino al 2002, quando decise di rientrare nel Padovano, venendo assegnato alla parrocchia di Villa del Bosco e Concadalbero come parroco, dove ora è collaboratore. Qui la notizia dell'assoluzione dell'anziano sacerdote è stata accolta con gioia dai parrocchiani, che in questi anni comunque, hanno sempre difeso don Tiziano. 

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