Il dolore di Arianna: «Papà e mamma si amavano troppo per stare soli, ora son tornati insieme»

Mercoledì 18 Maggio 2022 di Gabriele Pipia
Arianna con il padre, l'olimpionico Piero, e la sorella Alice
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PADOVA - «Le sciate a San Cassiano, i viaggi in tutto il mondo, la passione per la canoa. Eravamo davvero felici, poi è cambiato tutto. Prima la morte della mamma e un anno dopo la scomparsa del papà...». Le parole di Arianna Carletto, figlia ventitreenne di Piero e Lara, scorrono come un fiume in piena mentre fa i conti con un destino doppiamente terribile. Ha dovuto rinviare il funerale del padre perché ha appena scoperto di essere positiva al Covid, riapre l'album delle foto di famiglia e arriva all'unica conclusione che potrà mai darle un minimo senso di pace. «I miei genitori si amavano troppo per stare da soli. Ora sono tornati insieme».

LA STORIA
Arianna è la figlia maggiore di Piero Carletto, ex olimpionico di Seul e colonna della Canottieri Padova, morto sabato a 59 anni a causa di un tumore 15 mesi dopo la scomparsa della moglie cinquantaduenne sempre per via di una terribile malattia. Manager di alto livello e grande amico del campione Galtarossa, negli ultimi anni Carletto si era impegnato anche nel sociale per sostenere l'associazione Ugo rivolta alle donne con tumore al seno e donando alla onlus una grande canoa con inciso il nome della moglie.
Si è dovuto arrendere anche lui e ora in quella casa di Abano sono rimaste solo due figlie: Arianna di 23 anni che studia Ingegneria edile e Alice di 19 al primo anno di Biologia.

Spetta a loro diventare immediatamente adulte e farsi forza a vicenda per andare avanti ora che sono rimaste orfane.

L'OBIETTIVO
Arianna parla anche a nome della sorella e ricorda il papà. «Era un giramondo, parlava tantissime lingue e non stava mai fermo. Fino al 2014 aveva lavorato per la multinazionale Arneg in Corea e in Argentina, dove dirigeva la filiale locale. Dopo si era trasferito in Sudafrica lavorando per un'altra azienda sempre nello stesso campo, quello dei banchi frigoriferi. Ha lavorato anche come consulente per altre società in Vietnam e poi tra Mantova e la Serbia».

Lara e Piero Carletto: i due coniugi stroncati dalla malattia in 15 mesi lasciando sole le due figlie


Poi, ecco la malattia. «Tutto è partito a febbraio 2021, proprio nei giorni in cui è mancata la mamma, quando si è presentato in ospedale per dei dolori. Credeva fosse un'ernia e invece era un tumore. Ha fatto una terapia sperimentale allo Iov e pareva che tutto andasse bene tanto che questo inverno eravamo stati a San Cassiano a sciare. Ci andavano sempre, gli piaceva tantissimo. Eravamo convinti che il peggio fosse passato, stavamo ricominciando. Poi però la malattia si è ripresentata in forma più veloce e aggressiva e non c'è stato niente da fare. Nell'ultimo mese aveva chiuso la partita Iva perché la malattia non gli permetteva più di lavorare».

L'OBIETTIVO
Qui la voce di Arianna si interrompe perché il singhiozzo prende il sopravvento. La ragazza si ferma, respira e poi il suo fiume d'amore torna a scorrere. «Papà ci ha sempre spinto a fare il meglio e ci ha sempre sostenute. Io ora devo fare la tesi con l'obiettivo di laurearmi il prossimo marzo. Trovare la concentrazione non è facile ma voglio farlo per i miei genitori».
Parole dolcissime anche per la mamma: «Era stupenda, anche nel periodo più duro non ci ha mai fatto pesare niente. Aveva un'ironia meravigliosa. Faceva sembrare tutto così semplice anche se ora a posteriori capisco quanto stesse male. Non so come abbia fatto».

L'ASSOCIAZIONE
A stare vicino a queste due ragazze ci penseranno zii e cugini padovani ma loro, intanto, hanno deciso di continuare a vivere da sole. L'altra grande famiglia che si prende cura delle due figlie è quella della onlus Ugo, Unite gareggiamo ovunque, di cui la mamma Lara è stata fondatrice. «Dragon Boat e canotaggio in barca singola sono due sport che mi piacciono perché ti costringono a stare molto concentrata e io ho sicuramente bisogno di tenere la testa impegnata».
Arianna avrebbe bisogno anche di essere attorniata da affetto e vicinanza. Il Covid le impedisce pure questo. E allora, chiusa in casa, riguarda con gli occhi umidi quelle foto e si convince: «Mamma e papà si sono conosciuti da adolescenti e non si sono più lasciati. No, non potevano proprio stare da soli troppo a lungo».

Ultimo aggiornamento: 10:05 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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