Stadio Appiani, ruspe in azione per buttare giù la gradinata est, se ne va un pezzo di storia

Alle 10.30 comincia l'abbattimento della tribuna del 1957, vecchia e pericolante

Giovedì 16 Marzo 2023 di Mauro Giacon
La gradinata est dello stadio Appiani

PADOVA - Uno stadio non si dovrebbe abbattere mai. Perchè dentro ci sono stati giorni di gloria e amarezze, occhi sgranati in attesa del rigore, visi stravolti quando la palla gonfia la rete. Ma anche Silvio Appiani, il calciatore eroe che morì sul Carso a 21 anni nel 1915, stavolta ce la perdonerebbe. Perché anche se questa mattina alle 10.30 la pinza demolitrice aggredirà la gradinata est, il terreno di gioco resterà, per altre squadre, e con esso la memoria.
Ormai tutto è pronto per l’avvio del cantiere che abbatterà quel pezzo di storia per riportare lo stadio al suo aspetto primigenio, con i gradoni del 1924.

Una necessità indifferibile. Per le gradinate in calcestruzzo DEL 1957 non c’era più nulla da fare. Il Comune però accompagnerà questo smantellamento con una rinascita, quella di via 58.Fanteria che diventerà una passeggiata verso il Prato della Valle con tanto di viale alberato e stombinamemnto di 400 metri del canale Alicorno, quello che rifornisce l’isola Memmia. E pure lo stadio seppure ridotto, da questa parte, a una capienza di 200 posti sistemati a gradoni sopra una collinetta, potrà dirsi a suo modo rinnovato per intero. E pronto a ospitare partitelle delle formazioni giovanili del Padova come quella del San Precario, o altri avvenimenti.


IL CANTIERE
Dal punto di vista tecnico gli operai della “Brenta lavori” che si è aggiudicata l’appalto (161mila euro a basE di gara, 155mila all’aggiudicazione) hanno già provveduto a preparare il cantiere recintando la zona delle gradinate. Si comincerà dal lato di via Marghera aggredendo la parte più alta. E poi si procederà per sezioni verticali. I lavori stima l’assessore Andrea Micalizzi con i tecnici del Comune, potrebbero durare un mese. Non sarà facile perchè l’amministrazione ha chiesto di non bloccare la strada, dunque la demolizione dovrà avvenire in modo molto più soft. Ci sono 3.400 metri cubi di cemento da abbattere e portare via dopo averli divisi dai ferri. Almeno un centinaio di viaggi in camion. «Lavoreremo in massima sicurezza - aggiunge Micalizzi - e aggiungeremo a quest’opera la riqualificazione della strada».


IL RICORDO
«Quella della salvaguardia della memoria di questa gradinata è un’idea che ci appassiona e che cercheremo di mettere in pratica in qualche modo - aggiunge l’assessore allo Sport Diego Bonavina - magari sistemando qualche pezzo sul terrapieno finale. Ma lo capiremo solo a lavori in corso».
Poi partirà il bando per la sistemazione che potrebbe cominciare in tarda estate. Via 58. Fanteria sarà riqualificata con un progetto che prevede lo stombinamento di 400 metri del canale chiuso negli anni ‘50. E ci sarà una passeggiata sia pedonale che ciclabile verso i bastioni. Il tutto costerà circa 1 milione di euro con l’intero progetto pronto a fine marzo 2024.
Invece lo stadio, dopo il restauro con il contributo dei privati della tribuna ovest su via Carducci che contiene 1.263 posti a sedere, in quello che resta della gradinata est ospiterà 200 persone, che spiccheranno dentro una collinetta verde con un accesso al centro. E l’Appiani come i vecchi campioni si metterà a disposizione dei ragazzi della scuola calcio, delle partite non ufficiali, delle amichevoli e di altre società. Lo stadio infatti è stato protagonista della vita sportiva (e non) padovana per 70 anni. Voluto dal consiglio comunale perché il vicino “Monti” non rispondeva più alle esigenze dei tifosi di calcio, venne inaugurato il 19 ottobre 1924, con la partita Padova-Andrea Doria, vinta dai biancoscudati per 6-1. L’ultima partita ufficiale della «prima squadra» cittadina che ha ospitato è stata invece Padova-Palermo 0-0, il 29 maggio 1994.

Ultimo aggiornamento: 14:12 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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