Nuovo ospedale di Padova, l'ingegner Federzoni: «Sarà una delle opere più importanti d'Italia. La sfida? La sostenibilità»

I punti cardine saranno flessibilità degli spazi, attenzione all’ambiente, tecnologia e assenza di barriere con la città

Giovedì 1 Dicembre 2022 di Elisa Fais
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PADOVA - «Siamo pronti a sviluppare un’idea nuova di ospedale: un edificio senza barriere, che si integri con la città. Sarà il primo grande progetto in campo sanitario dopo la pandemia Covid». A parlare è l’ingegner Francesca Federzoni, presidente e amministratore delegato di Politecnica Ingegneria e Architettura, in rappresentanza del raggruppamento temporaneo di imprese che si è aggiudicato il servizio lo scorso 13 maggio.

La cordata è composta anche da Atiproject, Cooprogetti Società Cooperative e Techint.

Ingegner Federzoni è una giornata importante.
«Siamo società con una lunga esperienza alle spalle, ma questa è una delle opportunità professionali più stimolanti che abbiamo mai affrontato. Non solo siamo molto felici, ma abbiamo anche sperato tanto di arrivare a questo giorno. Il nostro cervello è già in movimento da un po’, quindi non vediamo l’ora di iniziare a lavorare a quattro mani con la committenza. Coglieremo le esigenze della direzione, dell’Università e di Padova. Contiamo di fare veramente un bel lavoro».

Quante persone hanno lavorato finora?
«Nella fase di gara hanno lavorato gruppi di 40 professionisti, nella fase progettuale che parte adesso il numero è ben superiore. Un po’ perché sono gruppi multidisciplinari e un po’ perché l’opera è massiccia. Si parla di un progetto, ma di fatto si tratta di tanti singoli edifici che da soli sono da considerarsi progetti speciali».

È stato detto che sarà uno degli ospedali più importanti d’Italia.
«Come Politecnica stiamo concludendo l’ospedale di Pordenone e di Genova. Ma il nostro raggruppamento, nel complesso, lavora molto in Italia. Questo ospedale sarà quasi un unicum e per noi realizzare la progettazione è sicuramente un onore. Porteremo nel progetto la nostra esperienza di raggruppamento, anche attraverso quello che abbiamo sviluppato all’estero. Stiamo infatti ideando due ospedali in Danimarca».

Dai rendering emerge un ospedale all’insegna della sostenibilità.
«La sfida della sostenibilità, oggi, va intesa nel suo complesso. Non solo dal punto di vista energetico ambientale, ma anche da quello economico. È necessario dotare l’ospedale delle migliori tecnologie. Noi possiamo fare l’ospedale più bello del mondo ma il contenuto, le competenze, poi fanno la differenza. A Padova avete la fortuna di avere l’eccellenza, dobbiamo mettere questi professionisti nelle condizioni di lavorare al meglio».

Quali sono le tempistiche?
«Ora ci sono tre mesi di tempo. Entro fine febbraio sarà quasi concluso il progetto di fattibilità tecnico-economica che è sicuramente la fase più importante di tutte le successive. Si mettono basi solide. Per la nostra parte di progettazione ci sono 120 giorni, abbiamo già iniziato a correre. In realtà la macchina era già accesa, ma scaramanticamente parte da oggi».

L’emergenza Covid ha cambiato i parametri della sanità. Come rispondere?
«Su questo tema credo che la parola d’ordine sia flessibilità. Più riusciremo a ideare degli spazi flessibili, più verremo incontro alle esigenze del futuro. Ci aiuterà anche l’utilizzo della tecnologia. Il concept architettonico ed estetico permetterà di limitare le barriere tra interno ed esterno, tra città e ospedale, tra paziente e medico. Tutte sfide che cercheremo di superare nel migliore dei modi».

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Ultimo aggiornamento: 17 Aprile, 23:48 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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