Covid. Nuova ondata di contagi a Nordest: focolai in crescita, ma ora mancano i medici

Aumentano i contagi in Veneto. Il caso: cluster nella casa di riposo Monsignor Francesco Beggiato a Conselve: 59 ospiti e 7 operatori positivi

Domenica 31 Ottobre 2021
Tornano a riempirsi dai reparti Covid
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La preoccupazione è di rivivere quanto successo nell'autunno del 2020, quando una nuova ondata di Covid aveva riempito gli ospedali e colpito duramente le case di riposo. Il timore è suffragato dai numeri e dalle segnalazioni di nuovi focolai, come il cluster esploso nella casa di riposo Monsignor Francesco Beggiato di Conselve, in provincia di Padova, dove ieri sono stati scoperti 59 ospiti e 7 operatori contagiati. Quasi la metà dei 120 ospiti ha contratto la malattia, per tre si è reso necessario il ricovero in ospedale (ma due sono stati poi dimessi), mentre per la maggior parte - tra l'altro molti vaccinati con la terza dose - i sintomi sono lievi o addirittura assenti. È innegabile, però, che i contagi in Veneto siano in aumento, come rilevato dal monitoraggio settimanale della Cabina di regia attivata da ministero della Salute e Istituto superiore di sanità.

Nordest, contagi in aumento


Sono, infatti, la Provincia autonoma di Bolzano con un valore di 101,7 (contro l'85,6 della settimana prima), seguita dal Friuli Venezia Giulia a 96,5 (con un valore quasi doppio rispetto alla settimana precedente) e il Veneto a 61,4 (contro il 48,3) le tre regioni e province autonome con il valore maggiore dell'incidenza dei casi di Covid ogni 100mila abitanti, mentre il valore nazionale è di 46.

I dati sono riferiti alla settimana del 22-28 ottobre e sono contenuti nella tabella di accompagno al monitoraggio sugli indicatori decisionali e cioè l'incidenza e l'occupazione degli ospedali. Se l'incidenza è alta, in Veneto però non c'è emergenza ospedaliera: contro una media nazionale del 4,5%, nella regione la percentuale di occupazione dei posti letto in area medica da pazienti Covid è 2,8, mentre nelle terapie intensive 3,1 contro il dato italiano di 3,7. Nelle ultime 24 ore il Veneto si è trovato con 532 nuovi positivi al coronavirus, a fronte di oltre 81mila tamponi (12.968 molecolari e 68.185 rapidi antigenici). I veneti positivi in isolamento oggi sono 10.403, i morti sono saliti a 11.827 (+4), mentre è stabile l'occupazione ospedaliera (243 ricoverati di cui 37 in terapia intensiva). Oltre 15mila le dosi di vaccino anti-Covid somministrate, di cui 1.292 prime dosi, 8.446 richiami, 5.744 addizionali e booster.

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Mancano sanitari, tagliati i posti letto


E se nel Padovano, oltre alle case di riposo preoccupano anche i contagi nelle scuole (sono saliti 16 i casi positivi individuati tra gli alunni dell'elementare di Tramonte di Teolo, cinque in più nelle ultime 24 ore), nel Trevigiano si deve fare i conti con i sanitari che non vogliono vaccinarsi, tanto che l'Ulss è costretta a tagliare i posti letto nei reparti. All'inizio della settimana prossima si valuterà anche la chiusura di alcuni ambulatori per le prestazioni specialistiche. Sono oltre 100 gli operatori della sanità, dipendenti dell'Ulss, lasciati a casa perché hanno scelto di non vaccinarsi, compresa una decina di medici. Con l'inizio di novembre partiranno altre 12 lettere di sospensione. Davanti a questi numeri, l'azienda sanitaria ha dovuto ridimensionare le attività di alcune unità operative per evitare che il personale rimasto in servizio fosse costretto a sobbarcarsi turni insostenibili, con tutti i rischi connessi. «Abbiamo ridotto i posti letto in qualche reparto ha confermato Francesco Benazzi, direttore generale dell'Ulss 2 Marca Trevigiana procedendo in base all'intensità delle cure». Tra i settori più in difficoltà c'è anche la sede del Centro di salute mentale di Mogliano: «È necessario ridurre l'orario dell'attività di psichiatria», ha detto Benazzi. Martedì si prenderà una decisione sull'eventuale chiusura di alcuni ambulatori per le visite specialistiche e gli esami strumentali.

Ultimo aggiornamento: 17 Aprile, 02:56 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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