Il sedicente broker Nicolò Svizzero finisce in carcere a Lugano

All'erede della famiglia Morellato la giustizia elvetica ha contestato il riciclaggio e l'amministrazione infedele

Martedì 13 Dicembre 2022 di Marco Aldighieri
Nicolò Svizzero con Fernando Alonso

PADOVA - Il sedicente broker Nicolò Svizzero, dai primi giorni di dicembre, si trova dietro alle sbarre di una cella del carcere di Lugano. Il 44enne erede della famiglia Morellato, difeso dall'avvocato Fabio Crea del foro di Treviso, è stato estradato dalla polizia penitenziaria in Svizzera. In Italia ha già scontato agli arresti domiciliari, nella sua abitazione in centro storico, due anni e dieci mesi per abusivismo finanziario.
La giustizia elvetica gli contesta gli stessi fatti, accusandolo dei reati truffa, appropriazione indebita, riciclaggio e amministrazione infedele.

Intanto il pubblico ministero Marco Brusegan, titolare del primo filone di indagine, sta per chiudere anche la seconda inchiesta dove Svizzero è stato iscritto nel registro degli indagati per truffa e insolvenza fraudolenta.


IN CELLA
Il 10 gennaio scorso la procura del Canton Ticino, attraverso il procuratore pubblico Andrea Gianini, aveva già chiesto l'estradizione per tre mesi di Svizzero. Il nulla osta gli era stato concesso dal pm Brusegan. Il broker, durante quel periodo in carcere, è stato interrogato per 15 volte. Svizzero a luglio sempre del 2021, ha indirizzato una lettera al ministero di Giustizia per denunciare di essere stato maltrattato nelle carceri svizzere.
«Ho avuto vari attacchi di panico e ho perso 18 kg. Quindici gli interrogatori in totale in cui sono stato trattato in modo indegno e disumano. Mi prelevavano ammanettato dietro alle 5 di mattina in carcere per essere in Procura alle 5.30 ancora con il buio e mi chiudevano in una cella sotterranea senza riscaldamento e senza colazione facendomi attendere fino alle 9 o alle 10 a seconda dell'orario previsto per l'interrogatorio» aveva scritto. Il broker, attraverso il suo legale, contro questa nuova estradizione ha presentato un ricorso davanti al Tar del Lazio.


I FATTI
In primo grado era stato condannato in rito abbreviato, per il reato di abusivismo finanziario, a tre anni e quattro mesi. In Appello davanti ai giudici lagunari gli è stata inflitta una pena di due anni e dieci mesi. Il sedicente broker ha dilapidato la bellezza di 30 milioni di euro affidatigli da quattro facoltosi clienti. Svizzero ha spillato milioni di euro a uomini d'affari in tutto il mondo, tra New York, Londra, Dubai, Milano e Padova. Svizzero conduceva tutti i suoi affari attraverso le società NSMFO Investiments PTE.LTD e NMSFO PTE.LTD che operavano in Svizzera, a Singapore e Dubai. Adesso la Procura sta per chiudere la seconda inchiesta a suo carico, dove è accusato di truffa e insolvenza fraudolenta. Il tutto ruota attorno a viaggi e a feste mai pagati.
Ad indirizzare in maniera decisiva le indagini della Procura è stata la denuncia presentata da Eleonora Tardivo e Cristina Tognon, titolari dell'agenzia di viaggi Cartoline nel Cuore, con sede a Selvazzano. Le due imprenditrici vantano crediti per circa 225 mila euro nei confronti di una società, con sede a Singapore, amministrata da Svizzero. Tra chi reclama il saldo delle proprie spettanze nei confronti 44enne c'è pure Lino Veronese, titolare della ditta Arabesque di Albignasego, società che il 2 dicembre 2017 ha organizzato per il broker la super festa al Badrutt's Palace di St. Moritz, uno dei più lussuosi hotel svizzeri, senza mai pagare i 250 mila euro pattuiti. Inoltre Svizzero, sempre attraverso il suo lavoro di broker, avrebbe truffato tre uomini d'affari padovani per decine di migliaia di euro.
 

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