​Negozi e hotel delle Terme euganee, l'allarme di Ascom: «Così crolla il fatturato»

Mercoledì 22 Luglio 2020 di Eugenio Garzotto
Negozi e hotel delle Terme euganee, l'allarme di Ascom: «Così crolla il fatturato»
1
MONTEGROTTO - La parola “ripartenza” continua a restare un termine privo di senso per le attività commerciali della città termale. I numeri in possesso dell’Ascom locale sono da brivido, nonostante la fine del confinamento più stretto. Il tanto atteso ritorno dei turisti, almeno in numero adeguato a far ripartire gli affari, non c’è stato. E anche la clientela locale si tiene ben stretto il portafogli. «In queste settimane stiamo registrando cali di fatturato che vanno dal cinquanta al settanta per cento – esordisce Lorena Durello, fiduciaria locale dell’associazione -. Il primo dato si riferisce alle attività che lavorano esclusivamente con i residenti; il secondo lo segnalano i nostri colleghi che hanno come clientela principale gli ospiti degli hotel». A soffrire maggiormente, i comparti di abbigliamento e calzature, settori che “pesano” in un’economia a carattere turistico. Ma sono guai grossi anche per il commercio locale. «La chiusura di molti alberghi e i ritardi nel percepimento della cassa integrazione da parte dei dipendenti a casa non li invoglia a spendere. Tutti sono prudentissimi». Insomma, il panorama è fosco. E rischia volgere ulteriormente al peggio. Durello infatti è pessimista per l’immediato futuro. «Spero di sbagliarmi, ma non credo che i mesi di settembre e ottobre, periodo tradizionalmente di alta stagione, vedranno una ripresa, anche timida. Le poche attività alberghiere aperte già oggi devono vedersela con numeri di clienti molto bassi e la tendenza non cambierà».
Fra i timori vi anche quello degli effetti della cancellazione di gran parte dei divieti in vigore nei mesi del massimo confinamento. Che molti, in altre zone d’Italia, hanno interpretato come una sorta di “liberi tutti” che ha in breve tempo portato alla comparsa di nuovi focolai del virus, sebbene contenuti e al momento assenti nella zona termale. Ma il rischio che la situazione peggiori e sia necessario procedere con nuove chiusure, molto più stringenti, non fa dormire sonni tranquilli. Un nuovo lockdown, che tutti qui scongiurano, potrebbe rappresentare la mazzata definitiva. Ad ora, però, i fattori di freno sono di ordine soprattutto burocratico. 
SOSTEGNO
«Molti negozianti – sottolinea ancora Durello - debbono infatti affrontare l’enorme problema dell’ottenimento degli aiuti economici che gli consentano di rimettersi in marcia. Sul piano fiscale, questo doveva essere un anno “bianco”, senza tasse. Posticiparle non serve a nulla se poi, alla fine, non ci sono i soldi per fare fronte a tutte le scadenze, che proprio in questi giorni sono un’infinità per chi ha una partita Iva. D’accordo – riconosce la fiduciaria Ascom -, lo Stato ha bisogno di soldi, ma doveva essere battuta un’altra strada per quei comparti dell’economia che sono con l’acqua alla gola». Come se non bastasse, vi è la spinosissima questione dell’accesso al credito: «I prestiti che il commerciante ottiene dalle banche, quando vi riesce, debbono ovviamente essere ripagati. Ma con quali soldi se poi il mercato non si muove? E’ la classica situazione del cane che si morde la coda». La fiduciaria Ascom conclude con un appello all’amministrazione comunale, con la quale i rapporti non sono mai stati idilliaci, che assomiglia molto a una tirata d’orecchi alla giunta guidata da Riccardo Mortandello: «Sia come Ascom che come Montegrotto Terme Shops, altra associazione di categoria, abbiamo chiesto un incontro urgente con l’assessore alle Attività produttive Laura Zanotto. La domanda è stata inoltrata il 2 luglio, ma non abbiamo ancora avuto risposta».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci