PADOVA - In poco più di dieci mesi i mutui prima casa a tasso variabile sono aumentati talmente che si arriva a pagare in media oltre 400 euro al mese.
I NUMERI
È un dramma per i giovani che stanno pagando per aver acquistato casa. Fino all’inizio dell’anno scorso avevano beneficiato di una rata molto favorevole rispetto ai mutui a tasso fisso (3.76% di interesse). Poi la Banca centrale europea ha cominciato ad alzarli. Ed ecco che cos’è successo rispetto a un singolo caso: mutuo di 112mila euro per 30 anni.
A gennaio 2022 la rata era di 379 euro. A marzo di quest’anno, 535 auro. Il tasso d’interesse era salito dall’1,84 per cento al 4,7 per cento. A quel punto la coppia di giovani ha provato a fermarlo sfruttando una legge dello stato che lo blocca per un anno e mezzo a questo livello. Poi però si ritornerà al vecchio regime.
L’IMPATTO
In ogni caso secondo i calcoli della associazione dei consumatori Adico con i sette aumenti dei tassi della bce (l’ultimo il 4 maggio) una famiglia su tre rischia di non riuscire a onorare la rata mensile con conseguente segnalazione alla centrale rischi. I rialzi sono stati fra i 29 e gli 86 euro mensili a seconda della percentuale di rial del tasso. Prendendo due stipendi dignitosi di 1.500 euro netti, prima di gennaio 2022 la rata erodeva circa un quinto dello stipendio, adesso con l’ultimo rialzo siamo arrivati a un terzo.
IL COMMENTO
«Dovrebbe essere ormai chiaro che questa scellerata politica anti-inflazione portata avanti a colpi di incrementi dei tassi non sta funzionando o sta funzionando solo parzialmente» dice il presidente di Adico, Carlo Garofolini.
«Ma i danni che provoca sembrano ben superiori ai benefici - continua - Secondo noi, per fare una provocazione, i giovani, anche quelli padovani, dovrebbero scendere in piazza a protestare contro questo scempio. Sappiamo infatti a cosa stanno andando incontro questi ragazzi che ora devono pagare il mutuo circa 430 euro in più al mese a un anno e mezzo fa? Prima la segnalazione alla centrale rischi, poi la richiesta di rientro del capitale da parte della banca, infine, il pignoramento della casa e la vendita all’asta».
«E poi ci chiediamo perchè non si facciano più figli. Queste situazioni contribuiscono di certo alla denatalità, ne siamo certi. Soluzioni? L’unica sarebbe la rinegoziazione con l’allungamento della durata del mutuo, ma lo sconsigliamo perché ci si autocondanna a una vita di debiti. La surroga non aiuta perché le banche propongono più o meno tutte le stesse condizioni».
«Non possiamo fare altro che consigliare a chi non ancora un mutuo ma vuole comprare una abitazione di pensare a un affitto con riscatto della casa. Meno costoso, meno rischioso, molto più abbordabile per le tasche del potenziale acquirente».
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