Bandiera con sopra il volto di Mussolini in una sala comunale: l'assessore leghista si dimette

Sabato 6 Maggio 2023 di Luca Ingegneri
Il sindaco di Limena Stefano Tonazzo

LIMENA (PADOVA) - Una bandiera tricolore con il volto di Mussolini esposta in una sala comunale durante una festa privata in cui si celebravano due compleanni. Questa la causa scatenante delle dimissioni di Michele Corso, assessore leghista esterno con delega all’Identità veneta nella giunta di centrodestra guidata da Stefano Tonazzo. L’amministratore ha ammesso di aver commesso un paio di gravi leggerezze: non aver chiesto al sindaco la prenotazione della sala Barchessina, il cui utilizzo da regolamento deve essere autorizzato, ma soprattutto non aver preteso con forza la rimozione della bandiera con l’effigie del duce, collocata dietro la consolle del deejay.


L’episodio risale al 18 marzo scorso ma è diventato di dominio pubblico dopo un’interpellanza della minoranza che chiedeva spiegazioni al sindaco ravvisando «l’inopportunità e la gravità dell’esposizione di simboli fascisti in una sala pubblica comunale, oltretutto in presenza di un assessore».

Tonazzo non ha perso tempo nel condannare l’episodio: «Trovo inqualificabile, oltraggioso e stupido ciò che è avvenuto - ha scritto all’opposizione - ognuno a casa sua fa quello che vuole ma in una sala comunale rappresenta un’offesa a tutta la comunità civile di Limena». Quella sera la sala Barchessina avrebbe dovuto ospitare una delle lezioni del corso di cucina veneta, organizzato dallo stesso assessore. L’appuntamento era però saltato per l’indisponibilità di una delle cuoche. Due dei partecipanti al corso avevano preso la palla al balzo decidendo di festeggiare i loro compleanni negli spazi comunali, organizzando un rinfresco per una cinquantina di persone. Corso non ha ritenuto di avvisare gli uffici che la Barchessina sarebbe stata utilizzata per una festa privata. Durante la serata era poi comparsa la bandiera con l’effigie di Mussolini. L’assessore sostiene di averne sollecitato la rimozione ma, in un clima di festa e di totale disinteresse da parte degli invitati, non l’avrebbe preteso con risolutezza.


LE REAZIONI
«Considero l’episodio una goliardata - osserva il primo cittadino - ma si è consumato uno sfregio ad una sede istituzionale. È inaccettabile che in una sala pubblica si inneggi a qualsiasi tipo di dittatura. L’assessore avrebbe dovuto obbligare chi aveva steso la bandiera a rimuoverla». Tonazzo ha accettato le dimissioni di Corso invitandolo però a rimanere in carica ancora per qualche giorno. Proprio oggi è in programma a Limena un’iniziativa organizzata dall’assessorato all’Identità veneta. All’ingresso della sede municipale, un’antica villa veneta, verrà collocata l’effigie di San Marco. Ed è annunciata la presenza del gotha della Lega. Corso se la caverà comunque con una breve sospensione dall’incarico. «Penso che possa far maturare nell’assessore l’attenzione ed il rispetto che si devono al proprio ruolo - aggiunge Tonazzo - mi appello inoltre al buon senso di tutti perché questa vicenda non sia l’ennesima contrapposizione che divide la nostra cittadinanza. Non siamo in presenza di un reato perseguibile o di una banda di pericolosi nazifascisti che occupano sedi comunali, ma di un clamoroso incidente di percorso durante una festa cui hanno preso parte persone di ogni estrazione politica e sociale». Un invito prontamente raccolto dall’opposizione: «Condividiamo la netta presa di posizione del sindaco - dichiara la consigliera Irene Barichello, membro del direttivo provinciale Anpi - che definisce ripugnante l’accaduto. Da parte nostra nessuna volontà divisiva. L’assessore non è un nostalgico ma ha peccato di superficialità facendo una figuraccia».

Ultimo aggiornamento: 08:48 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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