Morto in cantiere: si strappa il cavo d'acciaio della gru e il carico travolge operaio di 54 anni

Lunedì 11 Luglio 2022 di Cesare Arcolini
Il cantiere dove è avvenuto l'infortunio mortale

MASSANZAGO - Infortunio mortale sul lavoro oggi, 11 luglio alle 11,30, in via della Pieve nella frazione di Zeminiana a Massanzago. Mirco Bottacin, 54 anni, operaio al lavoro per conto di una ditta della provincia di Venezia, per cause ora al vaglio dei carabinieri e del personale dello Spisal, è stato travolto da un carico finendo rovinosamente a terra.

Secondo una prima ricostruzione si sarebbe strappato il cavo d'acciaio della gru e M.C. sarebbe stato schiacciato dal carico precipitato.

Da Padova, subito dopo l'allarme, si è alzato un elicottero del Suem 118, ma quando i sanitari sono giunti sul posto non hanno potuto far altro che constatarne l'avvenuto decesso. Sono in corso ulteriori indagini per ricostruire nel dettaglio l'accaduto. Dai primi riscontri potrebbe essersi verificato un cedimento della gru presente nell'area teatro dei lavori.
 

Il cavo della gru spezzato

I sindacati

«Quanto successo oggi ci dice tre cose: la prima è che non è accettabile un sistema che dia per scontata l’eventualità che si esca di casa per andare al lavoro e che si possa non farne ritorno - dicono Fillea Cgil Padova, Filca Cisl Padova e Rovigo e Fenea Uil - E questo accade troppo spesso ai lavoratori del settore edile, purtroppo i soggetti più esposti a incidenti gravi e troppo spesso anche mortali. Eppure si tratta di un settore dove la forte bilateralità è elemento di controllo e dove i CPT (Comitati Paritetici Territoriali) sono l’ente preposto ai controlli sulla sicurezza dei cantieri. Si tratta di un settore dove la stragrande maggioranza delle imprese ha meno di cinque dipendenti, dove il titolare, spesso, lavora fianco a fianco ai propri dipendenti e non è raro che cada anch’egli in un infortunio sul lavoro. E purtroppo come Fillea Cgil di Padova, Filca Cisl di Padova e Rovigo e Feneal Uil Area vasta Veneto Padova e Rovigo, non possiamo non registrare che gli incidenti aumentano ogni qualvolta vi sia una ripresa dell'attività lavorativa, determinando la triste equazione “più cantieri uguale a più morti”. La seconda riflessione che ci impone quel che è successo riguarda quanto si debba ancora investire per evitare gli infortuni, per intensificare i controlli e per applicare le sanzioni a chi non rispetta le norme di sicurezza. Perché le norme esistono, ma se nessuno controlla che vengano applicate, allora rischiano di essere inutili. E infine, questa morte, ci dice anche di come sia necessaria una reale consapevolezza sull’importanza basilare di quel che viene spiegato nei corsi di formazione, troppo spesso, purtroppo, intesi come degli obblighi burocratici da assolvere invece che come esperienze dove apprendere quei principi che devono diventare bagaglio permanente nella propria vita da lavoratore e che, se seguiti, salvano la vita».

Ultimo aggiornamento: 12 Luglio, 10:20 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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