Paga la multa 53 centesimi in meno: dopo 4 anni deve sborsare 109 euro

Venerdì 18 Febbraio 2022 di Lorena Levorato
La multa è lievitata negli anni
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CADONEGHE - Sbaglia l’importo del bonifico della multa e paga 53 centesimi in meno. Ora, dopo più di quattro anni, l’Unione del Medio Brenta le chiede 109 euro. Protagonista della vicenda è una donna di Cadoneghe che, dopo aver tentato in tutti i modi di trovare una soluzione alla bizzarra vicenda, è decisa più che mai a non cedere. La multa, risalente all’ottobre 2017, era di 28,70 euro.

La donna aveva pagato subito, ma per un errore o una svista, aveva versato 28,17 euro. E dopo tre anni, nel 2020, si è vista recapitare una cartella con ingiunzione di pagamento che, nel frattempo, era lievitata di parecchio.

L’ITER

Tutto inizia il 9 ottobre 2017 quando sul parabrezza della sua Peugeot trova il temuto foglietto del preavviso di multa. La donna aveva parcheggiato in via Manin, nella zona del piazzale della Castagnara di Cadoneghe, alle 9.30. Sei ore dopo gli agenti della polizia locale, allora in servizio nell’Unione del Medio Brenta (ora sciolta), hanno riscontrato la scadenza del disco orario e staccato il verbale da 28,70 euro. «Ho pagato la multa con un bonifico bancario entro 5 giorni – racconta la donna – così ho evitato la sanzione massima, di 41 euro. Con mia incredibile sorpresa, tre anni dopo, il 10 dicembre 2020, ho però ricevuto da parte di Abaco spa (che si occupa della riscossione dei tributi per conto del Comune, ndr) un avviso che faceva presente che la multa non risultava pagata».
A quel punto la donna cerca la ricevuta del bonifico e scopre che c’è un errore di 53 centesimi, in meno. «Ho subito scritto ad Abaco spiegando l’involontario errore e ho proposto di pagare la differenza con gli interessi – precisa – Il 22 febbraio 2021 Abaco risponde che non è possibile, in quanto il loro cliente, ovvero l’Unione del Medio Brenta, “non ha la discrezionalità di rideterminare importi”».

LA BATTAGLIA

«Così oggi mi ritrovo con una procedura di esecuzione coattiva del credito per 109 euro, che si riferiscono all’intera multa non pagata e non ai soli 53 centesimi di differenza – tuona la donna – Non voglio certo che mi si passi per una che non rispetta le leggi, sia chiaro! La multa era giusta e l’ho pagata. Tuttavia nella fretta ho commesso un errore sulla cifra, accreditando all’ufficio dei vigili urbani la somma. Certo è che non avrei ipotizzato neppur lontanamente che mi venisse contestato un errore così effimero».
La donna quindi non cotesta la multa e ribadisce il suo involontario errore, ma punta il dito sui tre anni trascorsi prima di ricevere la richiesta d’integrazione del pagamento. «È assurdo che siano serviti tre anni per effettuare varie verifiche che, magari, se fatte in tempi brevi non avrebbero portato a dover pagare 109 euro».
Ma non è finita. «Ho pagato comunque 28,17 euro alle casse dell’Unione, che però non risultano da nessuna parte – specifica –. In fase di chiusura di bilancio quei soldi dove sono stati collocati?». Della vicenda ha informato anche il sindaco Marco Schiesaro che, a sua volta, ha interessato l’assessore al bilancio. «Entrambi si sono dati da fare in questo anno trascorso dall’ultima comunicazione di Abaco – conclude la donna – ma alla fine il risultato è stato lo stesso: i vigili non possono rideterminare gli importi né accettare pagamenti diversi. Quindi per loro è tutto in regola e io devo pagare. Ribadisco: e i 28,17 che sono stati incassati? Dovrebbero restituirmeli visto che non corrispondono, allora provvederei a pagare la cartella esattoriale. Oppure devono conteggiare gli interessi sui 53 centesimi che mancano».

Ultimo aggiornamento: 19 Febbraio, 11:12 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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