La Mosco "espulsa" da via Bernina: consigliera inseguita da uno sconosciuto

Giovedì 30 Agosto 2018 di Luisa Morbiato
La Mosco "espulsa" da via Bernina: consigliera inseguita da uno sconosciuto
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PADOVA - In fuga da via Bernina, inseguita da uno conosciuto che lanciava improperi. Si è concluso così il sopralluogo programmato ieri mattina dal consigliere di Forza Italia Eleonora Mosco, nella discussa area del civico 18, da anni al centro delle proteste dei residenti per il degrado e la microcriminalità che vi regna.
Mosco aveva deciso di illustrare le sue idee sulla zona, in relazione anche all'incontro previsto per oggi tra amministrazione, proprietà e rappresentanti delle forze dell'ordine, rappresentanti di categorie e comitati, come aveva annunciato l'assessore Antonio Bressa il 4 agosto scorso.
 
PROPOSTETra le possibili soluzioni avanzate da Bressa, la chiusura del cancello dell'area Funghi, che si affaccia appunto su via Bernina, e l'apertura di un ingresso sul lato opposto, confinante con la tangenziale del ponte Sarpi Dalmazia. Una prospettiva che però, come ha precisato Mosco, peggiorerebbe la situazione. «Aprire un cancello su corso Tre Venezie significherebbe certo minor passaggio su via Bernina, ma peggiorerebbe comunque la situazione: si tratta di una via poco frequentata buia, direi l'ideale per spacciatori e sbandati, che agirebbero ancora più indisturbati. Sarebbe come creare una zona franca, tutta pe loro. Si verrebbe a creare una situazione simile a quella di via Cairoli dove, dopo la chiusura, lo spaccio è aumentato - afferma Mosco - Voglio intanto ringraziare il comandante dei Carabinieri Oreste Liporace per il recente blitz. Ci vorrebbe, per ora, più sorveglianza, con un progetto di riqualificazione globale della zona per renderla vivibile. Si potrebbe cominciare con l'illuminazione pubblica».
Un problema, questo, rilevato anche dai cittadini che più volte hanno lamentato di aver timore di uscire di casa anche solo per conferire la spazzatura, in quanto la sera in zona girano spacciatori, sbandati e ubriachi.
«All'interno dell'area Funghi ci sono la moschea e luoghi di altri culti. C'era un hotel abusivo frequentato da spacciatori e clandestini, che è stato chiuso, ma ci sono ancora tre locali - continua il consigliere - due sono circoli privati. La proposta dell'assessore Bressa di proibire la vendita di cibo e alcolici dopo la mezzanotte e di istituire anche per questi la patente a punti, non credo che servirebbe, tantomeno sarebbe rispettata. Serve invece un presidio fisso. All'interno di quella, che doveva essere una zona solo commerciale, ci sono sì un'officina e altre attività, ma anche abitazioni. Inoltre lo spazio è disseminato di furgoni e auto, che servono da improvvisati dormitori».
Mosco sottolinea poi che il bilancio tracciato dal sindaco Giordani del primo anno di amministrazione è un libro dei sogni: «Il sindaco, invece di elencare opere dandole per già fatte, dovrebbe riprendere contatto con la realtà - cconclude - Preparare un piano per riqualificare le periferie, magari partendo proprio da via Bernina dove, per quello che sono riuscita a vedere prima di essere cacciata nonostante continuassero ad entrare tante persone, esistono una sorta di discarica a cielo aperto, abusivismo, spaccio e prostituzione. Sembra di entrare in un altro mondo».
INCONTROPer quanto riguarda l'incontro in programma oggi, le speranze dei residenti su un esito che davvero possa dare una svolta, sono ridotte al lumicino. Raccontano di troppe segnalazioni inviate alle forze dell'ordine senza riscontri, a parte il blitz recente dei carabinieri, servito a calmare la situazione «ma solo per qualche giorno». I residenti dicono di essere esasperati dalla forzata convivenza con spacciatori, prostitute, sbandati e ubriachi, che scatenano risse, spesso con feriti. Si sentono abbandonati, come cittadini di serie B, e chiedono a gran voce maggiori controlli, fino all'auspicata chiusura del complesso interno al civico 18, con una reale riqualificazione della zona. Non credono infine all'integrazione che, come puntualizzano, in queste condizioni è impossibile, né al varo del controllo di vicinato, considerato che già le segnalazioni costanti non danno frutti.
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