Il caso all'Arcella, l'assessore Bressa: «Sì al centro culturale islamico, difficile la moschea»

Per la costruzione del nuovo luogo di culto occorrerebbe una variante urbanistica, ragionamento che l'amministrazione applicherà a tutte le confessioni religiose

Mercoledì 24 Maggio 2023 di Alberto Rodighiero
Luogo di preghiera

PADOVA - «Sì al centro culturale islamico, ma per la moschea il percorso è molto più complicato perché serve una variante urbanistica». È questo il messaggio dell'assessore all'Edilizia privata Antonio Bressa che ieri, assieme al titolare dell'Urbanistica Andrea Ragona, al consigliere con delega ai Rapporti con le comunità straniere Giovanni Gabelli e al consigliere delegato della commissione Stranieri Iftikhar Ahmed Khan Raja ha voluto trasmettere ad alcuni rappresentanti dell'associazione islamica composta da cittadini del Bangladesh che ha rilevato un'ex officina in via Donizzetti all'Arcella: «L'incontro arriva dopo una precisa indicazione da parte del consiglio comunale con uno scopo preciso: comunicare ai nostri interlocutori quali sono le norme che regolano questo tipo di insediamenti.

In modo particolare abbiamo cercato di comunicare la legislazione legata all'insediamento di edifici religiosi, in vigore nella nostra regione».

Il nodo della legge

Il riferimento dell'assessore è, naturalmente, alla legge regionale 2016 la cosiddetta "legge anti moschee". «Ai rappresentanti dell'associazione - ha detto ancora Bressa - abbiamo spiegato che se l'iniziativa che hanno in mente si limita ad attività culturali, al dopo scuola per i ragazzi o ad eventi legati agli associati, senza particolari ripercussioni sulla viabilità e sulla vivibilità del quartiere, restiamo in un ambito per il quale non è necessaria un'autorizzazione del consiglio comunale. Se invece si decidesse di realizzare un vero e proprio luogo di culto, allora la variante sarebbe necessaria. Alla luce di tutto questo, è probabile che, alla fine, si orienteranno verso un'attività associativa». A Palazzo Moroni si fa però presente che, in tutti i casi, nell'area non ci sarebbero gli standard urbanistici necessari per dare il via libera ad una moschea. «Detto questo ha concluso l'assessore - il nostro ragionamento vale per tutte le confessioni e sarà applicato anche ad altre proposte che ci arriveranno». E qui il riferimento di Bressa è anche al tempio induista che potrebbe trovare posto all'ex discoteca M2 in via Vecellio, sempre all'Arcella. In questo caso, però, gli standard urbanistici sarebbero più favorevoli.

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