CERVARESE SANTA CROCE - «Donare resta un atto d'amore»: questo lo spirito che Paolo Rossetto, 58 anni, portava nel cuore. Motivazione che si faceva ancora più forte quando indossava la maglia azzurra della Nazionale Italiana Pallavolo Trapiantati e Dializzati e scendeva in campo. L'imprenditore edile di Cervarese Santa Croce, pallavolista trapiantato e medaglia d'oro, è morto la notte scorsa all'ospedale di Padova. Soffriva da tempo di una patologia ai reni e aveva affrontato il trapianto: a donargli l'organo era stata la moglie Antonia. Un ritorno alla vita che aveva visto Paolo riprendere presto anche gli allenamenti con la squadra Fossanini pallavolo di Cervarese, entrando anche a fare parte della Nazionale Italiana Pallavolo Trapiantati e Dializzati fino a disputare nell'agosto del 2019 i Word transplant Games 2019, le olimpiadi dei trapiantati, che si tennero a Newcastel, nel Regno Unito, dove la nazionale di pallavolo vinse la medaglia d'oro.
LE TESTIMONIANZE
Rossetto tornò a Cervarese con il titolo di campione del mondo continuando la sua testimonianza a favore dei trapianti. Ieri mattina la notizia della sua morte si è diffusa rapidamente in paese raccogliendo molti messaggi di affetto, fra questi anche quello dell'assessore allo Sport Andrea Geron che, sulla spinta di Rossetto, aveva ospitato a Cervarese la nazionale di pallavolo. «Con grande dispiacere abbiamo saputo della morte del nostro concittadino Paolo Rossetto, già campione del mondo alle olimpiadi in Inghilterra grazie anche al rene donatogli dalla moglie.
«Non è possibile esprimere a parole cosa si prova quando un compagno di squadra, un componente della famiglia, non c'è più - scrive la Nazionale Italiana Pallavolo Trapiantati e Dializzati nel messaggio dedicato a Rossetto - Sei sempre stato presente a ogni raduno, persona gentile e sempre pronta a dare una mano. Ottimo pallavolista ed esempio per quel messaggio a favore del trapianto a cui tenevi particolarmente. Ora la maglia azzurra la continuerai ad indossare lassù».