Morto nello schianto dopo l'inagurazione del suo locale, il socio di Giacomo: «Porterò avanti io il nostro sogno»

Domenica 18 Luglio 2021 di Cammila Bovo
Giacomo Berto

VILLA ESTENSE  - Il sogno appena accarezzato, poi lo schianto e la morte. Se ne è andato così, a soli 28 anni, Giacomo Berto.

Il ragazzo abitava in via Finale a Villa Estense, proprio al confine con il territorio comunale di Granze dove era cresciuto. 

FESTA FINO ALL’ALBA
Venerdì sera, 16 luglio, aveva festeggiato l’inaugurazione del “Tre Scalini Restaurant Bistrot”, il nuovo locale aperto a Carceri insieme all’amico di sempre e socio Edoardo Lissandrin. Dopo aver abbassato le serrande, attorno alle 23.30, si era allontanato con alcuni amici, per finire la serata a Este. La gioia e l’entusiasmo per quell’avventura appena agli inizi lo aveva portato a festeggiare fin quasi all’alba. Poi alle 4.30, è risalito al volante della sua Alfa Mito, per tornare a casa. Stava percorrendo la strada provinciale 86, quando in via Finale a Villa Estense, a pochi metri dalla propria abitazione, ha perso improvvisamente il controllo dell’auto, per ragioni ancora al vaglio degli inquirenti.

IMPATTO VIOLENTO
La macchina ha impattato violentemente contro un palo dell’illuminazione pubblica, poi è letteralmente decollata, finendo la propria corsa a ruote all’aria, a qualche metro di distanza. Sul posto sono intervenuti i militari del Norm della Compagnia di Este, i tecnici dell’Enel per il ripristino del palo e i vigili del fuoco, che hanno lavorato a lungo per estrarre Giacomo, rimasto intrappolato tra le lamiere della Mito. Quando lo hanno estratto il ragazzo era ancora vivo, ma le sue condizioni erano disperate. Il 28enne si è spento in ambulanza, durante il trasporto all’ospedale Madre Teresa di Calcutta di Schiavonia, a causa della gravità delle ferite riportate. Non riesce a darsi pace l’amico e socio Edoardo Lissandrin, che lo aveva salutato poche ore prima. 

«CI ERAVAMO DETTI A DOMANI»
«Ci eravamo lasciati alle 23.30, dicendoci semplicemente “a domani”. – racconta –. Poi alle 6.30 mi ha chiamato il fratello Gianmarco, dicendomi di correre in ospedale perché Giacomo aveva avuto un incidente. Non ci volevo credere, è tutto troppo terribile per essere vero». Giacomo ed Edoardo erano molto uniti. «Abbiamo lavorato insieme per oltre dieci anni all’agriturismo “A Casa Mia” di Sant’Elena. – racconta ancora Edoardo –. Entrambi cuochi, avevamo deciso di fare il salto e rilevare il “Tre scalini”, un’attività storica, presente da cinquant’anni nel territorio e famosa per la sua paella. Volevamo prendere questo concetto e rinnovarlo, eravamo pieni di idee. Giacomo era bravissimo soprattutto a fare il pane e i dolci, era un vulcano. Aveva anche collaborato con lo chef Filippetto del ristorante “Storie d’amore”». «Quanto è successo non è giusto. – prosegue Edoardo – Aveva solo 28 anni e finalmente stava realizzando il suo sogno, il nostro sogno. È una fucilata. Mi sento devastato. A denti stretti, ma andrò avanti. Lo farò anche per Giacomo, come mi hanno chiesto anche il papà e il fratello. Mi ha lasciato un grande onere, ma non ho alcun dubbio: porterò avanti per entrambi il nostro sogno». 

IL RITRATTO
Aveva compiuto 28 anni il 9 luglio scorso e li aveva festeggiati tre giorni più tardi con gli amici di sempre in un locale di Rovigo. Giacomo Berto amava le feste, la compagnia e il divertimento. Era un ragazzo pieno di vita, esuberante, vulcanico. Ma anche concreto, tenace e volenteroso. Un giovane uomo con tanti progetti e con l’energia e le capacità per realizzarli tutti. La passione per la cucina è stata la spinta che lo ha portato a coronare il sogno di inaugurare un locale tutto suo. Dopo il diploma all’istituto Manfredini di Este, Giacomo si era subito rimboccato le maniche, facendo esperienza come dipendente in vari locali del territorio, ma principalmente all’agriturismo “A casa mia” di Sant’Elena.
La sua specialità erano i panificati, con i quali soddisfaceva anche i palati più esigenti. Altra sua passione oltre ai fornelli era la moda. Curava molto il suo aspetto, a partire dai capelli biondissimi che erano il suo marchio di fabbrica e dai tatuaggi, e da qualche tempo collaborava con il negozio di abbigliamento Hipsteria di Este, prestandosi a posare per shooting fotografici, indossando i capi delle nuove collezioni. Protagonista della movida nella Bassa Padovana, quando il lavoro lo permetteva, Giacomo aveva anche una grande dimestichezza con i social. Gli piaceva immortalare e condividere le sue creazioni culinarie e altrettanto spesso si divertiva a mettersi al centro degli scatti postati. Giacomo aveva vissuto i primi anni della sua vita a Granze, ma da qualche anno si era trasferito a Villa Estense, in via Finale. Era legatissimo alla mamma Stefania Bego e al suo compagno Massimo, così come al papà Sandro, ai fratelli Gianmarco, Matilde e Fausto. Da qualche settimana frequentava una ragazza, Alice. Oggi sono tutti increduli di fronte a una tragedia troppo grande per essere accettata. Da Villa Estense a Granze, da Este a Carceri, la Bassa Padovana è scioccata per la scomparsa prematura e improvvisa del 28enne. 

IL CORDOGLIO
«Ieri sera ero con loro per inaugurare il locale “Tre scalini”. – ha scritto su Facebook il sindaco di Carceri Tiberio Businaro postando una foto con Giacomo e il socio Edoardo - Ero tanto felice per loro, due ragazzi capaci e con una grande passione. Questa mattina una notizia tremenda, Giacomo ci ha lasciati, una disgrazia! Difficile trovare le parole. Buon viaggio Giacomo e sentite condoglianze alla famiglia e agli amici da parte mia e di tutta la comunità di Carceri». Anche Paolo Oppio e Damiano Fusaro, sindaci rispettivamente di Villa Estense e Granze, si uniscono al dolore di familiari e amici, dicendosi scioccati e addolorati per la scomparsa di Giacomo. 

Ultimo aggiornamento: 19 Luglio, 10:48 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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