Morto di fame nel rifugio in mezzo al bosco: dal diario del digiuno la soluzione del caso

Sabato 21 Maggio 2022 di Marina Lucchin
I tatuaggi dell'uomo misterioso

PADOVA - «Crematemi». È l'ultima volontà, scritta forse con le ultime forze sul suo diario del digiuno dello sconosciuto ritrovato morto nei boschi della Val di Fiemme, in Trentino a inizio di maggio. Un uomo tra i 30 ed i 40 anni pare originario del Padovano, o meglio della zona dei Colli Euganei. Un testimone, infatti, ha riferito ai carabinieri di aver avuto un dialogo, nei mesi scorsi, con questa persona, nel corso del quale l'uomo avrebbe parlato delle differenze tra le montagne Fiemmesi rispetto ai Colli Euganei, zona da cui diceva di provenire.

La sua identità, però, rimane un mistero, come pure il motivo per il quale si sia rifugiato nel bivacco da lui costruito. Nel rifugio, che ricade nel comune di Castello Molina di Fiemme, è stato anche stato trovato un quaderno con alcune scritte in italiano ed uno zaino. Su un foglio di carta era presente il conteggio dei giorni da luglio a dicembre 2021. Si tratta di una sorta di calendario scritto a penna che inizia da agosto e arriva a dicembre con le x che segnano i giorni - ferme al 4 ottobre - e la scritta in apertura: "Inizio digiuno": 30 luglio scorso. Le domeniche sono segnate da un cerchio mentre delle barre verticali sono posizionate ogni 10 giorni. Attorno al cadavere tantissime bottiglie di acqua, mentre non c'è nessun segno di focolari in cui poter cucinare del cibo.

L'ULTIMA X
Gli accertamenti autoptici fanno risalire la morte a 2/3 mesi prima della data del ritrovamento (ovvero febbraio-marzo di quest'anno), ma tenendo conto della stagione invernale appena trascorsa e del conseguente gelo-disgelo, il dato di fine vita collocato al 4 ottobre 2021, ovvero l'ultimo giorno in cui ha segnato la x sul diario, potrebbe risultare coerente.
Gli unici elementi utili all'identificazione del cadavere sono 3 tatuaggi particolari presenti sulle sue braccia, ritraenti un logo, forse riconducibile a un animo combattente e al simbolo del Kaos e due scritte runiche allo stato non decifrabili (forse la traslitterazione delle lettere latine che formano il nome Giorgio o Sergio), mentre il calendario potrebbe essere riconducibile a dei riti di digiuno di epoca celtica correlato a un percorso di purificazione dell'anima.

Il che spiegherebbe l'assenza di cibo.

I tatuaggi, in ogni caso, non sarebbero stati realizzati da un tatuatore professionista. Attorno a quest'uomo sconosciuto aleggiano tanti misteri e tante domande che al momento restano senza risposta. Chi era? Perchè si trovava lì? Perchè nessuno ha denunciato la sua scomparsa? Un abitante del paese ci avrebbe parlato e l'incontro sarebbe avvenuto a poca distanza dal suo rifugio. «Lo descriveva come un soggetto alto, con capelli lunghi, stempiato davanti, barba incolta, comunque una persona distinta e pulita, l'accento potrebbe essere riconducibile alla zona veneta», ha spiegato il comandante dei carabinieri.

L'IDENTIKIT
I carabinieri trentini hanno diramato l'identikit nella speranza che qualcuno che conosceva l'uomo lo riesca a riconoscere: era alto circa 1 metro e 80, corporatura robusta, almeno stando alla taglia degli abiti indossati, ovvero un a XXL 54/56, ed ai piedi calzava scarpe 45. Tra i segni particolari, i tre tatuaggi: delle frecce incrociate con un elmo nel mezzo su un avambraccio; rune celtiche con un tribale sul polso destro ed una scritta in rune celtiche sull'avambraccio destro. L'uomo indossava una felpa Everlast nera, una giacca rossa Reush da motociclista, pantalone grigio e scarponi da trekking. Il rifugio è stato costruito, secondo i vigili del fuoco, da una persona esperta. All'interno una torcia, un sacco a pelo, pile, uno spazzolino, sapone, dentifricio e filo interdentale. Sul suo corpo non sono stati trovati segni di violenza. L'ipotesi principale è che si sia lasciato morire. E il motivo di questa scelta è un mistero che si è portato con lui, nella tomba.

Ultimo aggiornamento: 14:43 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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