Muore dopo la terza dose il figlio della sensitiva Rosemary: «Voglio la verità»

Venerdì 21 Gennaio 2022 di Eugenio Garzotto
Daniele Roncolato e la mamma, la sensitiva Rosemary
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MONTEGROTTO TERME - «Voglio sapere come è morto mio figlio»: disperata, ma combattiva, Maria Rosa Laboragine, madre di Daniele Roncolato, il 38enne stroncato da un malore il 17 gennaio, pretende di conoscere tutta la verità sulle cause che hanno portato al suo decesso.

LA TRAGEDIA
Una tragica fine che la donna sospetta essere collegata alla vaccinazione anti-Covid cui Roncolato si era sottoposto di recente, facendosi iniettare la dose booster. «Non sono un medico e non posso affermarlo con certezza, ma sono troppe le cose che non tornano. Daniele aveva fatto la terza dose il 2 gennaio ed esattamente quindici giorni dopo, guarda caso il periodo entro il quale possono manifestarsi reazioni avverse, è morto». Non è l'unico aspetto da chiarire, secondo la madre. Ve ne sono altri che gettano sulla scomparsa di Lele, com'era conosciuto da tutti, una luce inquietante. «La seconda dose se l'era fatta iniettare alla metà di agosto - continua la donna  nota anche come la sensitiva Rosemary - e subito dopo era stato ricoverato per otto giorni all'ospedale di Asiago per una grave forma di polmonite che lo aveva fortemente debilitato, anche se allora era risultato negativo al Covid». Esito completamente opposto, invece, quello del test eseguito sulla salma del 38enne prima di procedere con l'autopsia. «Daniele era positivo.

E lo sono anch'io, visto che vivevamo assieme». Maria Rosa Laboragine adesso è in quarantena e deve affrontare da sola queste ore difficilissime. Unico contatto con il mondo esterno il suo cellulare che squilla in continuazione: in tanti vogliono esprimerle il loro cordoglio, amici di Daniele, semplici conoscenti, ma anche esponenti politici. Dopo le condoglianze della leader di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni, le sono giunti i messaggi del Presidente del Veneto Luca Zaia e del senatore dell'Udc Antonio De Poli.

IL RINVIO
La sua positività al virus ha comportato l'inevitabile spostamento della data delle esequie, all'inizio fissate per domani, 22 gennaio.  «Avrò il tampone di controllo il 25 gennaio. Se sarà negativo, il funerale verrà celebrato il 29. Io voglio sapere come è morto mio figlio - ripete poi in una triste litania -. Daniele è sempre stato sanissimo. Era giovane e forte. Ma da alcuni giorni, dopo la terza iniezione, lamentava dolori alla schiena, proprio all'altezza di un polmone, e una continua sensazione di costrizione al petto. Era sempre molto stanco e andava a letto presto. Io gli dicevo di chiamare il suo medico, di sottoporsi a degli esami di controllo, lui mi assicurava che l'avrebbe fatto. Ma purtroppo non ce n'è stato il tempo». Daniele Roncolato si era sentito male nel pomeriggio di lunedì mentre si trovava all'interno del magazzino della Plurima, azienda di Monselice specializzata nel trasporto di materiale ospedaliero, dove lavorava da qualche mese. I suoi colleghi lo avevano trovato riverso sul pavimento privo di sensi e avevano dato immediatamente l'allarme al 118. Le sue condizioni erano però apparse subito critiche. Un elicottero del Suem lo aveva trasportato in ospedale, ma nulla avevano potuto fare i medici: alle 18,30, Daniele Roncolato cessava di vivere. «Dopo il funerale, mio figlio verrà cremato conclude Maria Rosa Laboragine -. Poi le sue ceneri me le porterò a casa. Resterà sempre con me».
 

Ultimo aggiornamento: 18:23 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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