Morto don Marcello, il confessore che aveva cercato la sapienza nel deserto

Venerdì 30 Ottobre 2020 di Maria Elena Pattaro
Don Marcello Mammarella in un momento dei suoi viaggi ecumenici, il teologo si è spento a 72 anni

ESTE - Il suo commento al Vangelo del giorno, attuale e profondo, arrivava sempre all’alba, sui social e via chat, per illuminare di spiritualità la giornata dei tanti fedeli che lo seguivano e anche di molti colleghi sacerdoti. 
Ieri mattina invece un silenzio assordante. Don Marcello Mammarella è mancato all’improvviso, stroncato da un infarto. La morte lo ha colto mercoledì notte, a 72 anni, nella casa di Este in cui abitava da quando, tre anni fa, era diventato penitenziere della Basilica di Santa Maria delle Grazie. E se la comunità atestina perde un prezioso confessore, l’intera diocesi di Padova saluta un grande teologo, un sacerdote con una spiccata sensibilità ecumenica e un uomo di vasta cultura. 
È stato proprio quel commento al Vangelo che non arrivava a far preoccupare don Lorenzo Mocellin, parroco delle Grazie. Quando è entrato nell’abitazione a ridosso della chiesa per don Marcello purtroppo non c’era più niente da fare. «È stata una morte del tutto improvvisa. Non aveva patologie particolari – commenta il parroco ancora sconvolto –. Mercoledì sera ha celebrato la messa come faceva sempre. Stava bene, ci stavamo preparando alle prossime festività».
Don Marcello era lì come penitenziere: si occupava cioè delle confessioni, della direzione spirituale e ogni pomeriggio celebrava in basilica mentre di mattina si dedicava a diffondere la Buona Novella attraverso gli strumenti che la tecnologia gli metteva a disposizione, pubblicando sul suo profilo Facebook riflessioni anche in inglese per raggiungere gli amici di altri Paesi o di altre fedi che aveva incontrato nei suoi tanti viaggi, soprattutto in Africa e in Medio Oriente. L’ecumenismo era uno degli aspetti fondamentali del suo sacerdozio. Originario di Pescara, negli anni ha maturato un curriculum di grande spessore, a partire dagli studi: lettere e filosofia, teologia e patristica. Da sacerdote ha prestato vari servizi: negli anni in Abruzzo ha insegnato in seminario e si è dedicato ad attività ecumeniche e pubblicistiche, approdando poi nel Padovano nel 2008, come ospite della casa di spiritualità annessa ai Santuari antoniani di Camposampiero per recuperare le forze dopo un periodo di affaticamento. 
L’anno dopo fu accolto in diocesi: collaborò con il Centro Universitario, con l’ufficio di pastorale dell’Ecumenismo e come insegnante a Scienze religiose. Nel 2013 fu formalmente “incardinato” nella diocesi e nominato collaboratore a Vigodarzere fino al 2017, anno in cui diventò penitenziere a Este. 
«Era un uomo di pace, un esteta della fede – ricorda don Giovanni Brusegan, che lo ha conosciuto alla facoltà teologica di Padova –. Una persona rispettosa e umile. Aveva una grande preparazione che teneva quasi nascosta ma quando emergeva stupiva molto, per profondità e sapienza. Se ne va in silenzio, come è vissuto. È stato un dono per la nostra diocesi». «Lo ricordiamo per la profondità intellettuale e religiosa. La sua morte improvvisa ci lascia un vuoto incolmabile» dice la sindaca di Este Roberta Gallana. Tanti i messaggi di cordoglio e affetto piovuti ieri su facebook, su quella bacheca da cui don Marcello annunciava il Vangelo. 

 

Ultimo aggiornamento: 14:37 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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