Malore nel sonno, a 47 anni muore Sponky protagonista del basket dei "campetti"

Martedì 12 Maggio 2020 di Giovanni Pellecchia
Christian Sponchiado, per tutti Sponky: una passione per la musica e il basket in amicizia
PADOVA - La comunità del basket padovano, specie quello “dei playground”, ma ovviamente non solo, si è stretta in queste ultime ore nel dolore per l'improvvisa perdita di Christian “Sponky” Sponchiado. Morto nella notte tra domenica e lunedì, a soli 47 anni, per cause naturali: un malore nel sonno, a seguito di ictus o un aneurisma (l'autopsia, cui il corpo verrà sottoposto, potrà fare luce). Figlio unico dell'adorata madre Milvia, con la quale era solito passeggiare per le vie di Altichiero, e che è stata ora la prima a farsi da portavoce della ferale notizia tra i suoi amici più cari. Persona gentile e sempre sorridente, ben voluto da tutti, Christian Sponchiado aveva compiuto gli anni proprio venerdì 8 maggio: quando aveva festeggiato anche sul lavoro, portando le pastine ai colleghi.

Lavorava nelle Ferrovie dello Stato, “pendolare” da ormai 26 anni, a Mestre: attualmente capotecnico Rfi, dopo aver iniziato da operaio ed esser stato anche tecnico operatore, avendo rifiutato qualche altro avanzamento per poter continuare in quel “gruppo di lavoro”. «Una delle poche persone di cui tutti, indistintamente, avevano una considerazione positiva – spiega il collega Paolo Vanin, accomunato a lui dall'amore per il basket -: sempre positivo, riusciva a stemperare gli animi. Una persona splendida». Persona mite, gentile e solare oltre che colta, visto che gli piaceva informarsi di tutto (e di tutto amava conversare), malgrado fosse stato dolorosamente segnato dalla vita: nell'autunno del 2008 con la perdita della fidanzata Sonia, per una malattia incurabile dopo lunghi anni di sofferenza, alla quale era rimasto accanto nei momenti più atroci. Il basket, il cinema e la musica erano le sue grandi passioni: solo qualche settimana fa, su Facebook, ricordava come il Covid-19 gli avesse tolto tutto.

«Grande appassionato di musica (soprattutto rock, ndr), andava a trenta concerti l'anno – ricorda con la voce rotta dal dolore l'amico Marco Bersani, che lo ebbe quale testimone di nozze -. La nostra era un'amicizia nata e consolidatasi soprattutto sui campetti all'aperto: dapprima al Milcovich, poi per tanti anni a quello della Pace o a Mortise, e negli ultimi tempi Alle Chiuse. Facilmente identificabile per la sua “stazza”, andava d'accordo con tutti: persona integerrima e molto apprezzata, anche sul lavoro. Ricordi particolari? In questo momento, non me ne vengono: se non, appunto, il piacere dello stare insieme…». E come ricordato è stata proprio la comunità locale del “basket minors”, di cui Christian Sponchiado rappresentava una vera e propria istituzione, ad essersi stretta, attonita, nel cordoglio e nel ricordo in queste ore: attraverso social, telefonate, passaparola. Cresciuto nelle giovanili dell'Us Arcella (classe '73) dove giocò anche in Promozione, Sponchiado aveva smesso per qualche stagione, riprendendo in seguito con l'Asu Associazione Studenti Universitari e la Mcm Mille Cose Mille entrambe in Prima Divisione. Prima dello stop definitivo. Non aveva mai smesso, invece, il basket all'aperto: appena qualche giorno fa (il 4 maggio), aveva postato sul gruppo facebook “Storia del Basket Padovano” una foto risalente all'estate 1998 di un campetto a Mortise, infarcendola di commenti e gustosi aneddoti. Proprio gli “amici del campetto” hanno deciso di sistemare in suo onore il campo di Voltabarozzo, Le Chiuse appunto.

Ultimo aggiornamento: 08:22 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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