Padova. Dopo il caso Toffanin, indagini anche sulla morte del gioielliere Vanotti

Secondo la Procura a entrambi i delitti avrebbe partecipato l'ex luogotenente della Mala del Brenta, Sergio Favaretto di 69 anni

Mercoledì 22 Marzo 2023 di Marco Aldighieri
Rapina alla gioielleria Vanotti, ci sarebbe un collegamento con il delitto Toffanin

PADOVA - L'omicidio di Matteo Toffanin, freddato per errore la sera del 3 aprile del 1992 alla Guizza, sarebbe legato alla rapina del 7 aprile del 1989 alla gioielleria Vanotti. Quel giorno morì per un infarto, a seguito dello choc, il titolare di 81 anni Gino Vanotti. Secondo la Procura a entrambi i delitti avrebbe partecipato l'ex luogotenente della Mala del Brenta, Sergio Favaretto di 69 anni. Il pubblico ministero Roberto D'Angelo, titolare delle nuove indagini sull'agguato di via Tassoni, tempo fa ha pure riaperto il fascicolo sulla rapina alla gioielleria di Piazza delle Erbe. E nei verbali sono riportate le testimonianze di Felice Maniero, l'ex boss della Mala, e di Stefano Galletto un altro pentito.

Tutti e due, agli inquirenti, hanno indicato tra i possibili rapinatori Antonio Pandolfo detto "Mario" (finito nel registro degli indagati per la rapina) e appunto Favaretto, che però per il colpo a Vanotti non è stato indagato.

La rapina alla gioielleria

Era il 7 aprile del 1989, esattamente 34 anni fa, quando, durante l'assalto alla famosa gioielleria di pazza delle Erbe, Gino Vanotti è stato brutalmente malmenato. Una rapina finita in tragedia. Tre individui, vestiti in modo sobrio, erano entrati nella gioielleria Vanotti. Uno dei tre si era presentato come il signor Gardelli, lo stesso uomo che il giorno prima si era finto interessato ad acquistare una scatola in legno e argento. Un escamotage per effettuare un sopralluogo. Aveva quindi chiesto di parlare con il titolare. I banditi all'improvviso avevano estratto le pistole, intimando ai cinque dipendenti e a una cliente di gettarsi a terra. Un rapinatore si era poi diretto nell'ufficio in fondo al locale dove si trovava Gino Vanotti. Qui l'ha colpito più volte con il calcio della pistola, poi lo ha legato e imbavagliato con del nastro adesivo. Nel mentre era intervenuto un agente della polizia locale, che passando per piazza delle Erbe aveva notato alcuni movimenti anomali all'interno della gioielleria. Il vigile urbano si è beccato una pallottola dai banditi, poi fuggiti. Gino Vanotti è stato trasportato in ospedale, ma il suo cuore non ha retto a causa del forte choc. Felice Maniero e Galletto, nella nuova indagine aperta alcuni anni fa, hanno indicato tra i banditi anche Sergio Favaretto.

L'omicidio Toffanin

Secondo l'accusa il vero obiettivo di Andrea Batacchi e appunto Favaretto, quella sera del 3 maggio del 1992, era Marino Bonaldo altro ex della Mala del Brenta. Bonaldo nell'agosto del 1976 fu ferito da un colpo di pistola sparato proprio da Sergio Favaretto lo stesso, secondo l'accusa, che avrebbe tentato di ucciderlo nuovamente proprio 31 anni fa, sbagliando però il bersaglio. Favaretto per il tentato omicidio di 46 anni fu condannato a sette anni. Ancora Stefano Galletto sul delitto di via Tassoni agli inquirenti ha detto: «Tutti all'interno della Mala del Brenta sapevano che alla Guizza si era consumato uno scambio di persona. Ma nessuno ne parlava. Favaretto di sicuro odiava Bonaldo. Nell'ambiente era risaputo. Favaretto era molto violento, prima come suo braccio destro aveva Pozzi, poi è arrivato Batocchi. Non agiva mai da solo, ma sempre in coppia». Venerdì il pubblico ministero D'Angelo, insieme agli uomini della Squadra mobile, si recherà nel carcere di Pescara dove è detenuto Luca Mori, questo il nome di Maniero dall'anno 2000, per maltrattamenti alla compagna. Gli inquirenti sperano nella sua memoria, quando comandava quella che fu definita la Mafia del Nordest, per incastrare i suoi due ex luogotenenti finiti iscritti nel registro degli indagati per l'omicidio del ragazzo. 

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