Addio a Monica, 57 anni, due decenni di appassionato lavoro per la disabilità al Ceod Archimede

Venerdì 20 Maggio 2022 di Elisa Fais
Monica Podetti e il Ceod Archimede

PADOVA - È scomparsa a 57 anni Monica Podetti, che dopo una ventennale esperienza nei centri diurni dell'Ulss, lavorava come operatrice socio-sanitaria nel Ceod Archimede del Complesso Ai Colli. Martedì la donna è stata vinta dal male, ma fino all'ultimo ha cercato di combattere con speranza, per dare forza all'amato figlio Gianluca.
La famiglia negli ultimi anni è stata colpita diversi dolorosi lutti: prima la morte del marito di Monica e padre di Gianluca e poi, poco tempo fa, la perdita della madre di Monica. La scomparsa della 57enne lascia nello sconforto gli amici, i conoscenti e i colleghi. La coordinatrice del Ceod Archimede, Marolina Festa, la ricorda così: «Non ci sono parole per esprimere questo dolore. Noi abbiamo avuto il privilegio di conoscere Monica, apprezzare le sue qualità e la sua forza. Il suo ricordo resterà con noi e ci accompagnerà con l'esempio del suo entusiasmo, del suo spirito vitale, del suo sorriso, delle sue risate, dei suoi abbracci e dei suoi occhi pieni di luce. Monica ha lavorato per oltre 20 anni nel campo della disabilità, con professionalità e dedizione. Lascia un grande vuoto non soltanto tra i colleghi, ma anche tra i ragazzi che seguiva amorevolmente».
Parole di cordoglio arrivano anche dall'Ulss 6 Euganea, attraverso un post pubblicato sulla pagina Facebook. «La terra ti sia lieve cara Monica e grazie per tutto quello che hai dato a fianco dei più fragili», si legge sul web. L'amica d'infanzia Cristina Ercolin racconta: «Da piccole eravamo molto amiche, ci siamo riviste qualche mese fa dopo tanto tempo, è stato bellissimo riconoscersi e revocare ricordi di bambine». Ai messaggi di affetto si aggiunge l'amica e collega Alessandra. «Monica ha affrontato la malattia sempre con forza e sorriso, credeva nella medicina e si era affidata alle cure dei medici con speranza è voglia di guarire dice Alessandra - Quando andavo a trovarla era sempre sorridente e quando le portavo del cibo era pronta a dividerlo con chi era in camera con lei. Era ottimista, nonostante i dispiaceri. E, soprattutto, era orgogliosa di suo figlio: bravo, lavoratore e dal cuore d'oro. Ha sfidato la vita con coraggio, poche volte l'ho sentita lamentarsi». La ricordano anche la sorella Deborah con Davide, i nipoti Tommaso e Aurora. L'ultimo saluto sabato alle 9 nella chiesa parrocchiale di Voltabarozzo.
 

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