Padova. Addio a Francesca dell'osteria "Dotto". La figlia: «Non ha retto alla chiusura del locale»

Aveva perso prima il marito, poi il figlio. L'osteria era la sua vita, un punto di riferimento per i padovani

Giovedì 3 Novembre 2022 di Gabriele Pipia
A sinistra l'ingresso dell'osteria Dotto di Campagna con lo staff, a destra Francesca Cecchinato

PADOVA - Prima la morte del marito, poi la scomparsa del figlio e infine la chiusura della storica attività che rappresentava tutta la sua vita. Francesca Cecchinato, 78 anni, non ha retto. È andata in depressione e nemmeno il ricovero in casa di riposo è stato sufficiente. È mancata ieri l’ex titolare dell’osteria “Dotto di Campagna”, punto di riferimento nel quartiere di Torre dagli anni ‘40 fino al 2019. «Francesca è sempre stata una donna vivace, ma la chiusura della nostra attività è stata un durissimo colpo da cui non si è più ripresa» racconta la figlia Arianna mentre riguarda ancora una volta la foto di famiglia scattata davanti a quel locale dove negli anni sono passate generazioni di padovani ma anche moltissimi volti noti nazionali: da Marcello Mastroianni ad Eros Ramazzotti, da Fabrizio Frizzi ad Alex Zanardi e Checco Zalone.

I lutti

Francesca Cecchinato, presenza fissa in sala fin da quando aveva diciotto anni, aveva perso il marito nel 2009. Ermomi - per tutti Momi - si era spento all’età di 75 anni a causa di una brutta malattia lasciando il timone dell’attività al figlio Emanuele con l’assistenza proprio dalla mamma Francesca.

Nel 2018, però, un’altra tragedia: Emanuele Roverato, 46 anni e padre di due figli, è stato colpito da un infarto fatale mentre guardava la televisione. Il respiro affannoso, la chiamata al 118, la corsa in ospedale e poi niente da fare. Altre lacrime e un altro vuoto. Gli ultimi mesi dell’attività sono stati difficilissimi fino a quando la serranda non si è abbassata per sempre chiudendo un’era che aveva visto il proprio periodo d’oro a cavallo tra gli anni ‘80 e ‘90.

La storia

Il nome “Dotto di Campagna” risaliva addirittura alla metà del Settecento e derivava dal soprannome dato ad un avo che aveva studiato al seminario. L’osteria come l’abbiamo conosciuta fino a pochi anni fa era nata invece negli anni ‘40 del Novecento consacrandosi come un tempio della cucina padovana e veneta. Dal gran bollito alla gallina in canevera, accompagnati dai migliori vini della zona, quelle stanze calde e accoglienti erano diventate punto di riferimento per cene di lavoro, rimpatriate scolastiche e ritrovi di famiglia. E Francesca era sempre lì, con il sorriso sul volto e il grembiule indosso, ad accogliere gli ospiti. Prima in sala, poi alla cassa, infine in cucina per controllare che tutto fosse organizzato per il meglio e che nessun cliente potesse rimanere deluso. Per lei l’osteria era ben più che una seconda casa. Per questo quella porta chiusa per sempre è stato un colpo durissimo.

Il ritratto

«Mia mamma aveva tantissime passioni, amava la musica e si divertiva tanto a ballare. Ricordiamo molti momenti felici - racconta la figlia Arianna, che ora lavora nell’attività alberghiera situata accanto alla vecchia Osteria sempre a Torre in via Randaccio -. Era una persona molto vivace ma non aveva un carattere dominante. Il vero trascinatore era mio padre, Momi. E così lei lo seguiva sempre con altre due grandi passioni: lo sci di fondo inverno e la barca e vela d’estate».
«Negli ultimi anni purtroppo la situazione è diventata sempre più difficile - prosegue Arianna con accanto il marito Daniele -. Ha perso prima il marito, poi il figlio e poi aveva visto chiudersi anche l’attività. È andata in depressione e non si era mai più ripresa. Quando l’abbiamo ricoverata alla casa di riposo di Noventa Padovana pareva inizialmente che le cose andassero leggermente meglio e invece nell’ultimo periodo sono precipitate. La ricorderemo comunque sempre come una persona sorridente e felice, amata da tutti e che aiutava molto gli altri».

La notizia della morte di Francesca si è diffusa presto in città, tra i tanti vecchi colleghi del mondo della ristorazione ma anche tra i tantissimi clienti che avevano avuto il piacere di stringerle la mano. Oggi alle 18 nella chiesa di San Michele Arcangelo di Torre sarà recitato il rosario mentre domani alle 15.30 nella stessa chiesa verrà celebrato il funerale.

Ultimo aggiornamento: 21:06 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci