Luxardo, morta la poetessa e imprenditrice Anna.Il figlio: «Ora è con papà»

Venerdì 14 Agosto 2020 di Giovanni Lugaresi
Anna Maria col marito Nicolò morto nel dicembre scorso in una foto di quando abitavano in via Luca Belludi
PADOVA Da tempo la sua voce di poesia taceva. E adesso sarà silenzio sulla e della pagina, perché Anna Maria Angelini Luxardo, donna di grande cuore, di forte volontà, di rara finezza (e schiettezza), di profonda fede religiosa, è mancata, fra il compianto dei figli Piero, Guido e delle loro famiglie. Ma il compianto è di tanta parte di Padova: la Padova della cultura e quella dell’imprenditoria.

Anna Maria, nata 89 anni fa a Trieste, di famiglia di imprenditori, aveva sposato infatti Nicolò dei Luxardo di Zara (e poi di Torreglia) del maraschino. Una lunga vita, una comunione di cuori, di sensibilità, di intelligenze, anche perché Nicolò, uomo di azienda, nutriva interessi culturali che spaziavano dalla storia alla narrativa, alla poesia, appunto. E ad Anna Maria, donna di spiritualità vissuta nel profondo, non era peraltro estraneo un certo senso pratico. La sua infanzia e la sua prima giovinezza si erano dipanate fra Trieste e il Carso; gli studi universitari di lingue (grande competenza in quella inglese) si erano interrotti per il matrimonio (1951), ma erano proseguiti a livello privato a lungo. Anna Maria aveva saputo armonizzare la dedizione alla famiglia (marito, figli e poi nipoti) con la poesia. Tanto da essere diventato un appuntamento biennale quasi fisso, quello della pubblicazione di una plaquette, per i i tipi del Centro stampa di Palazzo Maldura e della Cleup.L’ultima silloge poetica reca la data 2007-2008 (“Rursus”), ma in precedenza c’era stata anche una antologia (1979-1999), dove lo stile asciutto, essenziale, l’osservazione e l’introspezione, la memoria e la nostalgia, con un forte sentimento umano e religioso a un tempo, costituivano tratti distintivi tali da suscitare la stima di personalità quali Carlo Betocchi, Silvio Ramat, Edda Serra, mentre una originale opinione sulla sua poetica era stata espressa fin dalle prime pubblicazioni, da Giuseppe Prezzolini, che l’aveva “accostata” al grande vociano, poi convertito, e diventato rosminiano, Clemente ReboraDue altre connotazioni vanno sottolineate in Anna Maria Angelini Luxardo: la semplicità, la generosità, da un lato, e la passione per la sua città natale, nella quale tornava spesso col marito, e alla quale dedicò nel 2005 la silloge lirica “Per Trieste”Il suo cuore non ha retto e ha cessato di battere dopo un periodo di grande affaticamento - hanno detto i figli Piero e Guido - specialmente dopo la scomparsa di Nicolò, avvenuta nel dicembre scorso. La sintesi di una vita, e di una “letteratura come vita”, la diede già a suo tempo, Edda Serra, sottolineando: “Il mondo di Annamaria Luxardo è dunque un mondo compatto di affetti e di valori che congiunge vivi e morti. Ma la folla dei vivi cui l’autrice dona la parola della consolazione e del conforto e dell’esortazione, o semplicemente il cuore e l’affetto, è particolarmente ricco”. E per chi non c’è più, ecco un suo fermo convincimento: “… Ma l’ombra che ci opprime,/ l’assenza che ci strema/spariranno il Terzo giorno…”. Ovvero: la luce della fede, della resurrezione.
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Ultimo aggiornamento: 08:23 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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