MONSELICE - Il padre non riesce a mettersi in contatto con il figlio: i vigili del fuoco lo trovano in casa senza vita. È morto da solo, Mattia Brunoro, 58 anni, una vita trascorsa tra molte sofferenze. Da qualche giorno, l'uomo accusava una brutta tosse, tanto che papà Gianni si era un po' preoccupato. Ma Mattia, poco incline a prendersi cura di sé, aveva ancora una volta minimizzato. Questo era accaduto qualche giorno fa, poi il silenzio. Il vicino di casa Riccardo Ghidotti lo aveva visto giovedì mattina seduto su una panchina di via Roma: magrissimo, capelli lunghi e barba incolta, la sua inseparabile stampella e le cuffie enormi per ascoltare l'amata musica. Poi Mattia era tornato al suo appartamentino di vicolo Branchini e, chiusa la porta dietro di sé, si era congedato da tutti. Il malore fatale è sopraggiunto quando l'uomo era disteso a letto, una morte naturale probabilmente causata dall'infezione polmonare che lo affliggeva.
LA SALUTE
Del resto, Mattia era ormai debolissimo: mangiava poco e chi lo conosce bene aveva intuito che si era lasciato andare.
IL RACCONTO
Ricorda il papà Gianni, noto critico letterario della fumettistica: «Mattia ha sempre avuto molti problemi. Me ne sono accorto fin da quando frequentava la quarta elementare e aveva manifestato alcune stranezze caratteriali che poi hanno ricevuto una diagnosi precisa. Era una persona con un'intelligenza sopra la media, che però non ha potuto esprimere al meglio». Tra alti e bassi, il giovane Brunoro aveva intessuto una rete di amicizie con cui confrontarsi, uscire e giocare a pallone. Dalla sua relazione con una ragazza del posto era nata Alice, che oggi ha 32 anni e lavora a Milano dopo la laurea di matematica. Poi, però, le sue condizioni si sono via via aggravate. Nonostante fosse ben seguito dai medici, Mattia si è progressivamente isolato dal mondo. La sua scomparsa lascia nel dolore il papà, la mamma Annarosa, i fratelli Monica e Luca e la figlia.
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