Mercato immobiliare, vendite paralizzate: è l’effetto dei rincari

Domenica 22 Maggio 2022 di Serena De Salvador
Mercato immobiliare, vendite paralizzate: è l’effetto dei rincari
1

PADOVA - Una brusca frenata, dettata dall’impatto della crisi economica a sua volta figlia dell’instabilità politica internazionale. È la situazione che si trova a vivere dall’inizio del 2022 il mercato immobiliare della città di Padova per quanto riguarda le compravendite residenziali. Molteplici i fattori che a cascata, partendo dall’impennata dei costi di energia e materie prime, stanno gravando sul settore creando una situazione a tratti drammatica, specie a fronte dell’incremento di vendite e acquisti che era stato invece trainato dalla pandemia.
 

LA SALITA
«Oggi ci troviamo davanti un mercato destabilizzato per molti motivi, che si sta fermando e che ha già subito un brusco arresto da inizio anno» spiega Silvia Dell’Uomo, presidente di Fimaa Ascom Padova che rappresenta gli agenti immobiliari. Quella che si sta vivendo è una forte inversione di tendenza rispetto agli anni precedenti: negli ultimi nove anni infatti non si era mai registrata una decrescita nell’immobiliare padovano. «Il 2013 era stato l’anno nero, poi vi è stata una lieve ma costante ripresa fino ad arrivare al 2021 che, grazie all’effetto volano offerto dalla pandemia, è stato un’ottima annata» aggiunge Dell’Uomo.
«Il Covid ha impresso un’accelerata – prosegue l’immobiliarista Ascom – Lockdown e smartworking hanno portato le persone a passare molto più tempo in casa, riscoprendo il valore di avere un’abitazione confortevole. Siamo arrivati ad avere un mercato di transizione: a cercare casa erano soprattutto famiglie e adulti che già possedevano un’abitazione ma che ne volevano una più grande, innescando così sia vendite che acquisti».
 

IL BLOCCO
Poi tutto è cambiato. «A inizio 2022 la guerra in Ucraina e la crisi energetica globale hanno generato un nuovo tipo di incertezza – aggiunge Dell’Uomo – Le persone che prima vedevano nel comprare casa l’accaparrarsi un luogo (e un investimento) sicuro, ora lo vedono come una spesa. La vita costa sempre di più, il potere d’acquisto delle famiglie crolla, i lavori diventano costosi e senza tempistiche certe».
 

LE PROBLEMATICHE
Innanzitutto, come detto, a pesare è l’impennata dei costi dell’energia e delle materie prime. Se da un lato si traducono in bollette salate e prezzi sempre più cari per quasi tutti i prodotti e servizi (inclusi quelli primari), i rincari hanno anche risvolti diretti e pesantissimi sull’edilizia e l’immobiliare. «Durante la pandemia la richiesta era forte, a Padova si riuscivano a vendere bene anche abitazioni datate perché gli acquirenti investivano per ristrutturare – sottolinea Dell’Uomo – Oggi sono lievitati i costi per acquistare il nuovo e soprattutto per ristrutturare, ma anche i mutui, con tassi che in pochi mesi cambiano notevolmente».
E in tutto questo a non aiutare è il Superbonus 110%. «Se inizialmente è stato visto come una grande occasione e ha invogliato tanti a investire, è innegabile che tra proroghe e continue modifiche sia stato gestito malissimo – specifica l’immobiliarista – Chi ha finito i lavori oggi tira un sospiro di sollievo, ma chi è nel mezzo vive una situazione disperata, con cantieri fermi, spese impreviste e sempre più alte, materiali e operai introvabili. Viene da sé che ora il bonus non sia più un elemento che attrae verso l’acquisto di un immobile».
 

LE TIPOLOGIE
Ma qual è la casa dei sogni dei padovani? Un dato innanzitutto: a pesare maggiormente oggi non è più tanto la zona, quanto la tipologia di immobile. In generale chi ha la possibilità di acquistare punta a case con almeno due o tre camere, almeno una stanza da usare come studio e con il giardino o almeno un terrazzo ampio.
«Il mercato, come abbiamo visto, è decisamente cambiato – spiega la presidente di Fimaa Ascom – Non si ragiona più in base ai quartieri ma a micro zone, se non addirittura a singole strade. Un esempio è Città giardino: zona un tempo gettonatissima, con molte case singole e di pregio immerse nel verde, oggi spinge molto nelle strade che affacciano su piazzale Santa Croce, mentre quelle più interne, essendo pressoché prive di servizi, sono meno attraenti. Questo perché gli stili e i ritmi di vita sono mutati. Discorso simile vale per l’Arcella, dove vi sono aree molto richieste e altre con bassissima attrattiva. Sono molto gettonate aree come Palestro e prima Chiesanuova, con facile accesso a tangenziali e autostrada, ma molti puntano anche a uscire dalla città».
Discorso a parte è quello sul centro storico. «Resta un’area esclusiva, dal grande appeal ma con problemi altrettanto grandi – conclude Dell’Uomo – Costi e burocrazia per ristrutturare sono proibitivi, spostarsi in auto e parcheggiare è difficile, diversi clienti lamentano il fatto che amici o parenti da fuori città spesso rinunciano a raggiungere il centro sia per la complessità degli spostamenti che per la confusione e il timore di passare in certe zone soprattutto la notte. Decisamente, il centro storico resta un luogo per pochi».

 

Ultimo aggiornamento: 16:48 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci