Medici, in Veneto e Friuli persi 937 futuri specialisti: «Scappano dallo stress». Le specializzazioni rifiutate e le più gettonate

Analisi di Anaao Assomed sui contratti non assegnati o abbandonati nel 2021-2022. Veneto secondo in Italia per numeri assoluti. In Fvg sciupata 1 borsa su 3

Venerdì 24 Febbraio 2023 di Angela Pederiva
Medici, in Veneto e Friuli persi 937 futuri specialisti

I medici specializzandi mancano qui ed ora, ma anche per il prossimo futuro la macchina universitario-sanitaria rischia di non produrne a sufficienza. È un problema sentito in tutta Italia, considerato l'abbandono della scuole di specializzazione da parte di quasi seimila laureati, ma che fa particolarmente male a Nordest, secondo i risultati della rilevazione condotta dal sindacato Anaao Assomed e dal suo settore Giovani. Dall'analisi dei contratti di formazione specialistica che negli ultimi due anni sono andati dispersi, infatti, emerge che il Veneto è secondo in numeri assoluti e il Friuli Venezia Giulia è primo in termini percentuali nella "fuga", soprattutto dalla prospettiva di lavorare in reparti ad alto stress (come Pronto soccorso e Terapia intensiva) o con scarsi margini di guadagno in libera professione (come Laboratorio analisi).

Medici in fuga, i casi di Friuli e Veneto


Lo dicono gli esiti dell'indagine, effettuata sui dati di 14 regioni: «Risulta una cospicua e pressoché completa adesione a quelle scuole di specialità in cui l'attività privata e ambulatoriale rientra tra gli sbocchi lavorativi, mentre vengono abbandonate o neppure prese in considerazione quelle prettamente "ospedaliere e pubbliche" che sono state protagoniste nella lotta pandemica». Per arrivare alla conclusione, è stata esaminata l'effettiva fruizione delle 30.452 borse statali (a cui si aggiungono quelle regionali) bandite negli ultimi due concorsi di specializzazione, quindi nel 2021 e nel 2022. Rispetto al totale, 5.724 sono state disperse per due ragioni: in parte non sono state proprio assegnate, nel senso che nessun giovane medico le ha opzionate; in parte sono state abbandonate, in quanto gli aggiudicatari hanno deciso di cambiare strada, magari riprovando la selezione per un'altra scuola, oppure iscrivendosi alla formazione per la medicina generale, o entrando in altri ambiti lavorativi.
Per quanto riguarda i 1.601 abbandoni, il tasso è abbastanza simile in tutti i territori, attestandosi fra il 5% e l'8% (il Nordest segna il 7%).

Invece la situazione è più variegata per le 3.907 mancate assegnazioni, spaziando dal 3% della Sicilia al 29% del Friuli Venezia Giulia, con il Veneto al 17%.

Per un motivo o per l'altro, comunque, in Italia il 19% dei contratti e quindi uno su cinque viene perso durante il percorso di specializzazione

Questo è stato il destino di 937 borse nordestine: 642 (23%) in Veneto, regione sul podio delle rinunce insieme a Lombardia e Lazio, più altre 295 in Friuli Venezia Giulia (36%), area in cui viene registrato il record di una specializzazione sciupata su tre.



Specializzazioni dopo la laurea in Medicina, cosa scelgono i ragazzi?

I numeri vanno letti insieme alle branche: quelle più coinvolte dal Coronavirus sono le meno gettonate. A livello nazionale la Medicina d'emergenza-urgenza avrà 1.144 specialisti in meno rispetto ai 1.884 contratti finanziati (60,7% di dispersione), Anestesia e rianimazione 688 in meno rispetto a 3.192 (21,6%), Patologia e biochimica clinica 389 in meno rispetto a 554 (70,2%), Microbiologia e virologia 191 in meno rispetto a 244 (78,3%).

Per dire: in Veneto erano disponibili 102 posti per i futuri medici del Pronto soccorso, ma ne sono stati coperti solo 23 a Padova e 10 a Verona

Csì come c'erano risorse per formare 115 anestesisti, ma si sono fatti avanti soltanto in 69. A spaventare i giovani medici italiani sembra poi essere anche la fatica della sala operatoria: quasi un quarto della disponibilità per la Chirurgia generale è rimasto sulla carta.

Le specializzazioni più gettonate

Sono invece andate quasi completamente esaurite le borse per Dermatologia e venereologia (è restato solo lo 0,4%), Malattie dell'apparato cardiovascolare (1,4%), Oftalmologia (1,8%) e Chirurgia plastica e ricostruttiva (2,2%). Pierino Di Silverio, segretario nazionale dell'Anaao Assomed, non ha dubbi: «Il segnale giunge chiaro e forte, corroborato dai numeri: la medicina sta diventando un affare selettivo, in cui le specialità più colpite e sotto pressione durante la pandemia da Covid-19, le specialità gravate da maggiori oneri e minori onori sono in caduta libera, non hanno più appeal. Non è un problema di medici, ma di medici specialisti ed è un problema che avrà ripercussioni inevitabili sul futuro di un sistema di cure sempre più in crisi». Da qui le richieste del sindacato: «Retribuzioni adeguate, depenalizzazione dell'atto medico, aumento delle assunzioni ed eliminazione del tetto di spesa al personale».

Ultimo aggiornamento: 17:17 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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