Assenza o carenza di medici di base in oltre 50 Comuni padovani: interrogazione in Senato

Martedì 3 Agosto 2021 di Gabriele Pipia
Il senatore De Poli e l'assessora regionale Lanzarin

PADOVA - Il caso non si chiude qui. Mentre ai Comuni della provincia continuano ad arrivare mail di cittadini preoccupati per i pensionamenti dei loro medici di base, il senatore padovano Antonio De Poli porta la questione direttamente a Roma. Il parlamentare Udc ha infatti presentato un'interrogazione al ministro della Salute Roberto Speranza sottoponendogli il problema della carenza di dottori di base, evidente a Padova e diffuso in tutto il Veneto. È l'effetto dell'articolo pubblicato sul Gazzettino di ieri, dove si spiega che in tutta la provincia mancano all'appello 51 professionisti. La Regione ha appena pubblicato le assegnazioni annuali dei posti vacanti, necessarie a sostituire i medici in età da pensione: su 84 posti messi a bando in tutto il territorio dell'Ulss Euganea, ne sono stati assegnati solo 33.

L'età-media è sopra i 55 anni e le uscite per anzianità superano nettamente i nuovi ingressi: i neolaureati che si specializzano in Medicina generale non bastano più e l'Ulss ha ammesso che attualmente ci sono coperture a sufficienza solo fino a fine anno.

PALAZZO MADAMA

«I numeri sulle assegnazioni in provincia di Padova - scrive il senatore De Poli - fanno emergere una questione che abbiamo più volte denunciato. C'è stata sì un'inversione di tendenza nella programmazione delle borse di specializzazione, ma purtroppo è insufficiente. Il governo come intende agire? Bisogna pensare a misure straordinarie in deroga alle normative vigenti. Solo nella provincia di Padova il problema della carenza di medici riguarda ben 50 Comuni, da Cittadella a Piazzola sul Brenta, da Carmignano a Mestrino e Veggiano». 
De Poli poi allarga il concetto: «Negli ultimi otto anni oltre novemila medici che si sono formati in Italia sono andati a lavorare all'estero. Tra questi, molti giovani che non sono riusciti a entrare nella specializzazione dei loro sogni. C'è un'emergenza, aggravata dal contesto del Covid, che va affrontata». 

PALAZZO MORONI

Continue segnalazioni arrivano anche a Francesca Benciolini, assessora del Comune di Padova con delega ai quartieri. «Abbiamo un'idea di città dei 15 minuti - spiega - Significa che ogni cittadino in un quarto d'ora a piedi o in bicicletta dovrebbe raggiungere facilmente tutti i servizi essenziali come ufficio postale, farmacie, negozi di alimentari e medico di base. È un presidio fondamentale, tanto più nell'ottica di una città che sta invecchiando e che vuole ridurre il traffico delle auto. Ogni quartiere merita massima attenzione e con il Covid lo abbiamo visto ancor di più». L'assessora conosce bene l'ex ministra Cecile Kyenge, da poco chiamata ad assumere un incarico provvisorio a Torre per tamponare l'emergenza: «Le ho parlato - racconta -, i suoi pazienti le dicono di essere molto contenti visto che da mesi erano senza medico».

IL PRESIDENTE

L'altro ieri il dottor Domenico Crisarà, medico di base all'Arcella, aveva espresso tutta la sua preoccupazione in qualità di segretario provinciale del sindacato Fimmg. Ora lo stesso Crisarà parla da presidente dell'Ordine dei Medici di Padova: «Già nel 2002 era stata evidenziata la futura carenza di medici di famiglia - scrive in una nota - Si è solo agli inizi, dato che l'apice della curva di pensionamento si vedrà tra 2-3 anni, quando mancherà il 30 per cento dei medici. Un problema che coinvolge non solo le famiglie ma anche la stessa professione, in particolare in questo momento di grave crisi. Ma per svolgere questo delicatissimo ruolo è necessaria una formazione specifica». Crisarà da anni chiede alla Regione più borse di studio: «I nostri medici sono tra i migliori al mondo per formazione - evidenzia - Se non si offre loro una possibilità è chiaro che sono costretti ad andare all'estero».

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