Matteo Toffanin: ecco la storia di un bersaglio sbagliato

Martedì 2 Maggio 2023 di Paolo Braghetto
Matteo Toffanin: ecco la storia di un bersaglio sbagliato

Mercoledì alle 21 nella Sala civica "Unione europea" di Ponte San Nicolò in Piazzale Altiero Spinelli è in programma lo spettacolo teatrale "In fondo al buio - Morire innocenti di mafia in Veneto. Storia di Matteo Toffanin". Il 3 maggio è l'anniversario dell'omicidio di Matteo Toffanin, residente a Ponte San Nicolò, avvenuto nel 1992 a Padova, in via Tassoni alla Guizza, per mano di due sicari che lo hanno ucciso per sbaglio scambiandolo per Marino Bonaldo, un uomo con numerosi precedenti penali sospettato di essere stato all'epoca in affari con la banda di Felice Maniero sia nel traffico di droga che nelle rapine.


La serata, organizzata dal Comune di Ponte San Nicolò in collaborazione con il coordinamento provinciale di Padova di Libera, Associazioni, nomi e numeri contro le mafie, l'associazione Filotekne e Avviso Pubblico, intende fare memoria a 31 anni di distanza. «La storia di Matteo Toffanin ha spiegato il padovano Michele Angrisani, regista e autore dello spettacolo ha incrociato la mia vita mentre stavo lavorando sui temi della legalità in Veneto partendo dalle dinamiche di radicamento, e non più di semplice infiltrazione, delle mafie nel Nord-est».


Un percorso iniziato nel 2005 con il documentario "Maledettamente Nordest" realizzato con lo scrittore Massimo Carlotto. «Nella storia di Matteo mi ci sono imbattuto leggendo il libro "A casa nostra" della giornalista Monica Zornetta.

Sono stato subito colpito. Così, grazie ad amici comuni, ho contattato Cristina Marcadella (la sua fidanzata ndr) e con lei abbiamo iniziato un percorso di ricerca che è alla base della scrittura dello spettacolo che presentiamo a Ponte San Nicolò».


La versione proposta sul palco sarà il reading: una particolare metodologia di lettura scenica, che traccia la futura forma del progetto teatrale che in questi mesi sta prendendo forma. «Per tutto il 2022 ha proseguito lui attraverso un lavoro di memoria fatto con Cristina e basato sulla lettura delle carte giudiziarie ho cercano di restituire il percorso di dolore dei protagonisti di questa drammatica vicenda oltre a raccontare la dinamica di radicamento mafioso nel nostro territorio».


In scena ci sarà il personaggio di Cristina, interpretato dall'attrice padovana Giulia Briata, diplomata alla Civica Accademia del Teatro Stabile del Veneto, che ripercorrerà questi oltre trent'anni da quella terribile sera. Verranno ripercorsi i fatti accaduti, prima e dopo il buio, cercando di restituire il percorso di dolore dei protagonisti di questa drammatica vicenda che insegna a tutti noi come anche in Veneto si può morire innocenti di mafia».


«Per la prima volta ha raccontato la Briata interpreto un personaggio che è lì in prima fila a guardarmi. Di solito ho portato in scena sempre personaggi vissuti in tempi lontani dai miei. È stato un lavoro diverso, nuovo e che mi ha richiesto spesso di mettermi in discussione. Con Cristina abbiamo fatto un cammino di conoscenza che ci ha permesso di trovare dei punti in comune. Ho cercato con lei degli aspetti empatici che potessero mettermi al suo fianco. Apprezzo l'ironia di Cristina, la sua capacità di mettere tutti a proprio agio e l'allegria che trasmette».


Lo spettacolo toccherà le corde del cuore degli spettatori costringendoli a riflettere non solo su quanto vissuto dai protagonisti di questa vicenda, ma anche sulla imprevedibilità degli eventi che possono accadere. Alla fine dibattito moderato dal giornalista Antonio Massariolo con Cristina Marcadella (ingresso libero).

Ultimo aggiornamento: 16:41 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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