Finita l'angoscia dei novelli sposi: il regalo di nozze è un cuore nuovo

Sabato 25 Aprile 2020 di Gabriele Pipia
Marco e Isabella, matrimonio d'urgenza a lieto fine
PADOVA - “Ho sposato mio marito, ma in quel momento quell’uomo avrebbe potuto essere chiunque. Eravamo bardati come astronauti e quasi non potevamo riconoscerci”. Per un mese ha vissuto un incubo, ma ora Isabella Polloni riavvolge il nastro con due occhi pieni di gioia e trova la forza di scherzarci su. Tra le tante storie negative di questi giorni, eccone una che spunta come un raggio di sole in mezzo alla tempesta. Da martedì 7 aprile Isabella è la moglie di Marco Folloni, il compagno di una vita che le ha chiesto di sposarla nel momento più terribile. Nel vortice dell’emergenza, infatti, il loro è stato un matrimonio concesso in via eccezionale dal Comune di Padova perché ritenuto “urgente”. Lo sposo stava rischiando la vita per un problema cardiaco e avrebbe potuto perderla da un giorno all’altro. Il regalo di nozze più bello, dopo quel “Sì” pronunciato con un filo di voce in un letto d’ospedale, è stato invece un cuore nuovo. A 64 anni Marco si è salvato e il suo è stato il trapianto numero 999 nella storia del centro Gallucci. Isabella, che di anni ne ha 58, non trattiene l’emozione: “Non vediamo l’ora di fare una grande festa. Doppia”.
LA STORIA
Bibliotecario all’università lui, impegnata nel terzo settore con una lunga esperienza nel campo delle Acli lei, la coppia vive ad Abano e ha un figlio di 19 anni che ha dovuto prendere di fretta un volo dall’America pur di esserci. E’ Isabella a ripercorrere una storia che al proprio interno contiene tante altre storie. “Io e Marco dovevamo sposarci molti anni fa, io gli regalai le fedi e lui le perse. Poi siamo sempre andati avanti rimandando, senza sentire la necessità del matrimonio. Prima il figlio e l’acquisto della casa, poi il mio lavoro da pendolare con Roma. Quando si è giovani è bello non seguire certe regole, ad una certa età un po’ meno”. Ennesimo sorriso. Il tono torna serio quando Isabella ricorda l’ultimo periodo prima del lieto fine. All’inizio di marzo torniamo da un viaggio negli Stati Uniti e Marco inizia ad avere la febbre. Sale e scende, sale e scende. Pensiamo abbia contratto il Coronavirus, ma fa il tampone e viene escluso”.
La situazione precipita il 20 marzo. “Aveva dei battiti del cuore irregolari, sempre più preoccupanti. Avvisiamo il medico e arriva l’ambulanza. Viene portato in pronto soccorso ed emerge la verità. Ha fatto un infarto”. Nei giorni successivi la situazione peggiora, lui riesce a respirare e il ricovero si prolunga. Fino a quella maledetta comunicazione: “Rischia la vita perché l’attività del cuore è ridottissima. Lo mettiamo in lista perché gli serve un trapianto”. Tra il dire e il fare, però, c’è di mezzo un’attesa angosciante. Un’attesa durante la quale Marco si vede passare davanti tutta la propria vita. Teme il peggio e guarda Isabella ancora una volta, con gli occhi comunque colmi di speranza: “Mi vuoi sposare?”. Una scelta d’amore, certo, ma anche una scelta per tutelare il figlio. “Se avesse perso coscienza – riflette lei – io giuridicamente per lui non sarei stata nessuno. Ero devastata, lui è stato più lucido di me”.
La richiesta al Comune di Padova scatta subito, l’assessore Benciolini e il segretario comunale si mobilitano. Tra lacrime e sorrisi il matrimonio viene celebrato da un funzionario di Palazzo Moroni nel letto d’ospedale, con le infermiere a fare da testimoni (“Una era una mia compagna di scuola che non vedevo da anni, la vita è incredibile”) e due novelli sposi che sembrano due palombari. “Devo ringraziare l’assessore Francesca Benciolini – sospira Isabella -. Seppure in piena emergenza, il Comune ha risposto presente in modo tempestivo”. Il regalo più bello arriva cinque giorni dopo: l’organo viene trovato, il trapianto viene eseguito mercoledì 15 aprile. L’altro ieri Marco è uscito dalla riabilitazione e ora può godersi la propria scelta di cuore. Un cuore nuovo.
 
Ultimo aggiornamento: 08:16 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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