Matrimonio senza sesso lei trova un altro amore, la Cassazione: «L'ex paghi gli alimenti»

Padova, 20 anni tra fidanzamento e nozze. I giudici: "Divorzio per inconsumazione"

Mercoledì 15 Febbraio 2023 di Angela Pederiva
Matrimonio senza sesso lei trova un altro amore, la Cassazione: «L'ex paghi gli alimenti»

PADOVA - Dieci anni di fidanzamento e altrettanti di matrimonio. Bianco: dopo che lui ha ammesso una «totale assenza di rapporti sessuali», il Tribunale ha pronunciato la cessazione degli effetti civili delle nozze, ma poi la Corte d'Appello ha respinto la liquidazione mensile di 750 euro a favore di lei, in quanto ha una «relazione stabile» con un altro.

Ora però la Cassazione ha deciso che l'assegno divorzile le spetta, dal momento che lo scioglimento dell'unione coniugale «per inconsumazione» non lede il suo diritto a percepire il mantenimento, tanto più perché con il nuovo partner non c'è una vera e propria convivenza: la donna risiede a Padova, mentre il nuovo amore sta a Bologna.


TESTIMONIANZE E PSICHIATRE
Il capoluogo dell'Emilia Romagna è il centro giudiziario di una vicenda dolorosa, in cui inevitabilmente si intrecciano aspetti giuridici e umani. Sia il Tribunale che la Corte d'Appello hanno accertato la mancata consumazione come causa del divorzio, «sulla base delle complessive risultanze istruttorie emergenti dalle testimonianze acquisite nel corso del procedimento di primo grado», nonché «dalle relazioni mediche di due psichiatre» e «dalle ammissioni» dell'uomo. I giudici di secondo grado, però, hanno rigettato la conferma degli alimenti mensili, «dando rilievo allo stabile legame, con carattere di continuità», intrapreso dall'ex moglie «quanto meno dall'inizio del 2014, con altro uomo, indice di un progetto comune di vita, pur in assenza di convivenza di fatto tra i medesimi», come emerso in particolare «da un'indagine investigativa» commissionata dall'ex marito.
Nel ricorso in Cassazione c'è stata rottura anche sul punto di vista. Lei si è concentrata a dimostrare di non intrattenere «alcuna relazione more uxorio con altro uomo», depositando per questo «copiosa documentazione attestante spese sostenute e attività effettuate nel circondario del suo indirizzo di residenza, a Padova». Lui invece ha rimesso in discussione l'assenza di rapporti sessuali, contestando che la prova possa essere raggiunta «sulla base esclusivamente di testimonianze» di una parte, «a fronte, oltretutto, di evidenze probatorie documentali contrarie».


PROGETTO DI VITA
Questioni di talamo nuziale diventate argomenti di discussione giudiziaria. Fino al verdetto della Cassazione, secondo cui sulla pregressa vita sessuale dell'ex coppia non c'è alcun dubbio: «In ordine alla sussistenza dei presupposti per lo scioglimento del vincolo coniugale per inconsumazione durante il matrimonio, è stato svolto un compiuto accertamento da parte dei giudici di merito, con esame analitico delle diverse risultanze testimoniali e documentali ed accertamento complesso e sufficientemente rigoroso». Gli "ermellini" aggiungono che la Corte d'Appello ha confermato le verifiche del Tribunale, rilevando che la mancanza di una piena «congiunzione sessuale dei due coniugi» ha determinato «la concreta impossibilità di mantenere il consorzio coniugale e ha portato alla definitiva rottura del legame di coppia». Davanti alla Sacra Rota, ce ne sarebbe abbastanza per veder dichiarare la nullità delle nozze. Ma per la legge civile, gli effetti dell'inconsumazione sono diversi: «Pur trattandosi di istituto mutuato dal diritto canonico, ove la mancata unione sessuale pone una presunzione assoluta di assenza del sacramento del matrimonio, nell'ambito dell'ordinamento dello Stato esso può solo concorrere a formare la presunzione alla mancanza di comunione spirituale e materiale tra i coniugi, che resta il fondamento individuante l'istituto matrimoniale». Dunque il matrimonio c'è stato, ma c'è stata anche una chiara causa di divorzio, da cui discende l'assegno mensile.
La quantificazione spetterà di nuovo alla Corte d'Appello, benché in diversa composizione rispetto al collegio precedente. Ma il diritto della donna a percepire il mantenimento non potrà venire meno a causa del suo nuovo amore, in quanto l'esistenza «di un'effettiva relazione sentimentale stabile, indice di un progetto di vita idoneo ad interrompere in modo definitivo il legame con la precedente esperienza di vita matrimoniale, deve essere accertata in modo rigoroso». Ebbene, per la Cassazione i riscontri degli investigatori privati «comprovano l'esistenza di un legame affettivo», ma «non dimostrano un effettivo progetto di vita comune tra l'ex coniuge e il terzo, con una effettiva compartecipazione alle spese di entrambi». Del resto per la Suprema Corte, e pure per la Procura Generale, «l'evoluzione dei costumi e delle abitudini di vita comporta la necessità, sempre più di frequente, che le persone, pur legate da stabili legami affettivi, abbiano i loro centri di interesse esistenziali e lavorativi in luoghi tra loro non vicini, anche considerata la maggiore emancipazione economica e lavorativa raggiunta dalla donna».

Ultimo aggiornamento: 16 Febbraio, 12:21 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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