Green pass per i matrimoni: «Raffica di disdette da parte degli invitati»

Domenica 13 Giugno 2021 di Gabriele Pipia
Le nozze in epoca Covid
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PADOVA - I calici sui banchetti, preparati nei parchi e nelle ville di tutta la provincia, sono mezzi pieni o mezzi vuoti? Dipende tutto dal punto di vista. Per invitati e festeggiati è di nuovo tempo di brindisi e foto di gruppo, ma per gli addetti al catering il sapore è agrodolce. C'è la soddisfazione per aver ricominciato con le cerimonie, certo, ma ci sono anche i mugugni per una ripartenza a ostacoli. La necessità di avere il green pass infatti sta portando ad una raffica di disdette. I principali organizzatori di banchetti della provincia stimano un calo del 30% delle presenze rispetto agli accordi originari, con serie ripercussioni economiche. L'Appe sta ricevendo moltissime segnalazioni e il segretario Filippo Segato conferma: «È un problema diffuso e dipende dal fatto che molti rinunciano a fare il tampone per se stessi o per i figli piccoli.

Siamo in zona bianca da una settimana e non abbiamo ancora ottenuto chiarimenti sulla necessità di fare i test anche ai bambini. Nei mesi passati per i viaggiatori di rientro dall'estero erano necessari i tamponi solo per chi aveva più di sei anni, dobbiamo andare per analogia? Non lo sappiamo, lo abbiamo chiesto. Intanto però c'è chi rinuncia».

LE REGOLE
Riepiloghiamo. L'ultimo decreto del premier Mario Draghi permette le celebrazioni in zona bianca ma tutti i partecipanti devono avere un green pass. Per chi ha già ricevuto la prima dose del vaccino, il certificato è disponibile a partire dal quindicesimo giorno dopo l'inoculazione, mentre per chi ha già ricevuto entrambe le dosi il certificato viene rilasciato immediatamente. La seconda ipotesi è quella di aver avuto il Covid ed essere guariti. La terza via per ottenere il certificato verde è quella di fare un tampone nelle 48 ore precedenti alla festa (e avere ovviamente esito negativo).
«Ma le regole chiare sui tamponi per i bimbi non sono ancora state date e questo ci penalizza molto» afferma Giuseppe Marchioro, al timone di una realtà che da più di vent'anni si è affermata nel settore dei ricevimenti. «In questi giorni siamo partiti con i primi matrimoni a Limena e sui colli Berici ed è stato emozionante, come fosse il primo giorno di scuola. Ma ci sono ancora tanti problemi». Eccoli: «Contiamo defezioni sul 30% degli invitati. Dipendono soprattutto dalla scelta di non eseguire un tampone, ma questo non è l'unico nodo. Il tampone deve essere seguito nelle 48 ore precedenti, ma io come faccio a sapere con così poco preavviso per quante persone sarà il menù? E se poi uno dei festeggiati è positivo, che succede? Salta tutto e chi paga?». La chiosa, però, è positivo: «Prendiamo atto e ci adattiamo, pur di lavorare».

SORRISI E TIMORI
Ilenia Luca gestisce il ristorante Luca's di Trebaseleghe che un mese fa ha tagliato il traguardo dei 50 anni. I banchetti sono il pane quotidiano, l'80 per cento dell'attività. «Ma capita di organizzare una cerimonia per 90 persone e poi pochi giorni prima sapere che saranno 60 - racconta - Lo abbiamo già visto in almeno una decina di appuntamenti. A livello di prenotazioni va molto bene, ma queste defezioni ci condizionano e lavoriamo con il timore costante che una festa salti all'ultimo momento».
A Giuliano Lionello, titolare del Pirio di Torreglia, è capitato di avere in lista un evento inizialmente destinato a 100 invitati per poi vederlo scemare giorno dopo giorno fino ad arrivare a 30 partecipanti. «E tanti - spiega - hanno rinviato a settembre sperando che ci sia maggiore chiarezza e maggior libertà». Questo è il bicchiere mezzo vuoto. Ma c'è anche un'altra metà del calice: quella di Ketty, Alessandro e tutti gli altri che stanno tornando a fare festa.
 

Ultimo aggiornamento: 14 Giugno, 09:15 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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