Irpef, strappo nella Lega. Bitonci: «No all'addizionale regionale»

Mercoledì 5 Ottobre 2022 di Alda Vanzan
Il post di Bitonci
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VENEZIA - Strappo nella Lega sull'addizionale Irpef: mentre in Regione del Veneto arriva il via libera dei sindacati (a patto che il gettito venga destinato ad interventi sociali), nel Carroccio c'è chi scandisce che questo non è il momento di tassare i cittadini. Lo scrive su Facebook il deputato salviniano Massimo Bitonci, pur senza fare alcun riferimento all'Irpef: «Durante una stagnazione economica le tasse si tagliano, non si aumentano!». Una presa di posizione che agli addetti ai lavori, e soprattutto ai colleghi di partito, è parsa come una plateale battaglia tra le due anime della Lega.
L'ipotesi di reintrodurre l'addizionale Irpef - tolta nel 2009 da Giancarlo Galan - è stata ventilata dal presidente della Regione Luca Zaia con gli assessori al Bilancio Francesco Calzavara e allo Sviluppo economico Roberto Marcato nella riunione del tavolo di partenariato di venerdì scorso a Palazzo Balbi. La decisione non è stata ancora assunta, ma lo scenario è il seguente: gettito di 300 milioni di euro; esenzione per il primo scaglione di contribuenti, cioè quelli con un reddito fino a 15mila euro; aliquota bassa al secondo scaglione, quello da 15mila a 28mila euro (44 euro all'anno); aliquote proporzionali e progressive per i redditi più alti. Da parte delle categorie economiche c'è stata in linea di massima la volontà di capire. Il muro invece è arrivato da quella parte della Lega che sta tentando di addossare la responsabilità della sconfitta elettorale ai governatori che hanno voluto il Governo Draghi. Insomma, fuoco amico È così che il post del deputato Bitonci, ex sottosegretario all'Economia e alle Finanze nel primo Governo Conte, ha tenuto banco ieri in consiglio regionale.
«Durante una stagnazione economica le tasse si tagliano, non si aumentano! - ha scritto Bitonci -.

Ora diventa fondamentale, oltre agli aiuti ad imprese e famiglie, la riduzione delle tasse (sul lavoro ed impresa), misure che devono essere accompagnate da parallele riduzioni della spesa corrente. L'effetto combinato netto deve essere positivo, cancellare le aspettative di aumento delle tasse future e incentivare l'utilizzo della liquidità con aiuti verso famiglie che hanno maggiore propensione marginale al consumo, il tutto accompagnato da misure espansive Keynesiane sulle infrastrutture anche digitali!». Nessun riferimento esplicito all'addizionale Irpef, ma la tempistica non è parsa casuale.


I SINDACATI
Intanto arriva il via libera dei sindacati. Ieri i segretari regionali Tiziana Basso (Cgil), Gianfranco Refosco (Cisl) e Roberto Toigo (Uil) hanno diffuso una nota congiunta in cui dicono di essere pronti a parlare: «Di fronte ad eventuali proposte di introduzione di una addizionale Irpef da parte dell'Amministrazione Regionale, esprimiamo la nostra disponibilità al confronto, purché l'intervento sull'imposta preveda un meccanismo di progressività e di tutela dei redditi più bassi nella fase di prelievo, e purché il gettito dell'imposta venga interamente destinato ad interventi sociali e di sostegno alle famiglie. Lo scenario economico che abbiamo di fronte - affermano gli esponenti sindacali - è caratterizzato da forte incertezza e imprevedibilità; le ricadute sociali di tale scenario sono già chiare ed evidenti e ci inducono una forte preoccupazione per la tenuta della coesione sociale nel nostro territorio».


DUBBI
Ad invitare la minoranza di centrosinistra a guardare «con moltissima attenzione al bilancio che si creerà grazie ai nuovi presunti introiti» dell'addizionale Irpef è l'ex senatrice ed ex capogruppo Pd in consiglio regionale, Laura Puppato: «Non vorrei che il gettito si sovrapponesse o quasi al debito determinato dalla superstrada Pedemontana. Prima di aggravare le famiglie di nuove tasse in Veneto meglio vederci chiaro».
 

Ultimo aggiornamento: 6 Ottobre, 08:00 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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