Pestato in spiaggia, Crepet: «Pene esemplari ai violenti. Ma anche i genitori hanno colpe»

Domenica 30 Settembre 2018 di Raffaella Ianuale
Paolo Crepet
29

«I giudici devono essere severissimi. Una pena esemplare, che non vuol dire mandarli in carcere, ma condannarli a frequentare per tre anni tutti i giorni un’oncologia pediatrica: è peggio di una galera, qui si convive con la morte». Paolo Crepet è durissimo nel rileggere da psichiatra e sociologo la vicenda di Lignano che ha visto un ragazzo padovano come vittima. Un video, quello postato dai minorenni autori dell’aggressione, che ritrae una violenza bestiale, fatta di colpi sferrati al volto e minacce di morte. E la vittima, grondante sangue, che chiede clemenza con poche parole mal pronunciate a causa della mandibola fratturata a suo di pugni.
Cosa sta succedendo a questi giovani?
«Sopra di loro ci sono i genitori. Mi chiedo cosa gli hanno insegnato e come hanno reagito quando hanno scoperto quanto fatto dai figli o quando hanno visto il video. C’è una forte responsabilità genitoriale, non mi si venga a dire che sono ragazzate. Io, se fossi questi genitori, sarei disperato».

Perché tanta violenza e nessuna pietà?
«In quale clima di odio stiamo crescendo i nostri figli? Non possiamo pensare che soffiando in continuazione su tutte le diversità i nostri ragazzi non prendano appunti per poi replicare.

Il clima generale che si respira nel nostro paese è di odio. L’odio porta voti, ma ha conseguenze disastrose. In questo la politica è responsabile».
 
MASSACRATO DI BOTTE A LIGNANO - L'audio del brutale pestaggio in spiaggia /ATTENZIONE CONTENUTI FORTI


Cosa rappresenta postare il video sui social?
«Una volta si tirava un cazzotto e finiva lì. Ora si posta il video e quel cazzotto si moltiplica per mille followers. Se uno è bravo non ha bisogno di tutto questo, sa di essere in gamba anche senza social. I social sono diventati la protesi di chi ha una personalità incerta. Sono come una droga, digitale, che dimostra tutta l’impotenza dei violenti».

In che senso sono impotenti?

«Chi fa violenza contro gli altri è sempre impotente. Anche chi fa una violenza sessuale è un impotente. Perché se non lo fosse basterebbe conquistare una persona. Gli adolescenti postano la violenza sui social nell’illusione di diventare famosi, ma la fama dura un minuto».

I genitori possono accorgersi di un figlio con derive violente?
«Hai voglia! Prima di arrivare a rompere la mandibola ad un ragazzino, hanno dato molti di segnali di violenza. L’hanno anche vista è replicata, per questo dico che io come genitore sarei disperato. E ora che non vogliano trovare scorciatoie».

Quali scorciatoie?

«Gli azzeccagarbugli degli avvocati non vengano a dire che di mezzo c’è la droga, che hanno bevuto, che non sapevano. Loro, gli aggressori, sapevano benissimo quello che facevano».

La vittima che conseguenze avrà?
«Devastanti e per molto tempo. Le ferite al volto sono nulla rispetto al senso di insicurezza, disistima, paura di stare in certi posti. Il danno subìto è enorme».

E gli aggressori?
«Tutti si possono recuperare a patto che si faccia qualcosa. Una volta accertate le responsabilità i giudici devono essere severissimi: i ragazzi hanno bisogno di capitani e non di mezze figure. Devono frequentare per anni un reparto di oncologia pediatrica, vedere la disperazione di una mamma che ha appena perso un figlio».

Ai genitori che consiglio può dare?
«Bisogna essere autorevoli. Se il ragazzo viene bocciato ripete l’hanno, non lo si mette nell’istituto privato che pagando lo promuove. Insegnare il rispetto degli insegnanti, anche di quelli che ti hanno dato quattro. E poi non si fa fare una seratona a Jesolo o a Lignano ad un ragazzino di 14 anni che sta fuori fino alle 3-4 del mattino. Perché i genitori sanno benissimo cosa succede, ma sono indifferenti. Ecco, la malattia di certi genitori è proprio l’indifferenza».

Ultimo aggiornamento: 1 Ottobre, 15:24 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci