Valanga sulla Marmolada, 30enne a testa in giù sotto la coltre di neve: «Ci diceva: ho tanto freddo»

Mercoledì 7 Dicembre 2022 di Angela Pederiva
Valanga sulla Marmolada, 30enne a testa in giù sotto la coltre di neve: «Ci diceva: ho tanto freddo»
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A testa in giù sotto la neve. Così si è ritrovato il 30enne di Ponte San Nicolò, ma nato a Padova dove ha studiato al liceo e all'università, nel momento in cui la valanga si è finalmente fermata. Tragedia sfiorata grazie al provvidenziale intervento dei suoi tre amici: un incidente ben più grave della disavventura che gli era capitata nella primavera scorsa, quando il giovane aveva perso uno sci nella discesa.


IL VENTO
Stefano Coter è il capo del Soccorso alpino di Canazei, uno degli uomini-simbolo delle drammatiche ricerche seguite alla strage del 3 luglio sulla Marmolada. «Questa volta racconta è andata decisamente meglio.

Quando siamo arrivati sul posto, lo scialpinista era già stato disseppellito dai suoi compagni e diceva: Ho tanto freddo. Ma per fortuna il ragazzo non aveva lesioni e traumi». Nella notte a Punta Penia erano state registrate una minima di -16 e una massima di -9. «A quell'ora continua il soccorritore c'erano circa 8 gradi sotto la zero. Così l'abbiamo verricellato e portato in elicottero fino all'ambulanza, che l'ha poi accompagnato all'ospedale di Cavalese». La giornata era tersa, ma ventosa. «Vedendo il vento che c'era già dal mattino presto dice Coter io personalmente non avrei fatto una gita in Marmolada. Quando la neve è fresca, è facile che gli accumuli siano provvisori. Del resto in montagna d'inverno le valanghe ci sono: prima di partire, bisogna fare una valutazione e prendere le precauzioni, cercando di scegliere i percorsi più sicuri. Dopodiché è chiaro, comunque, che il rischio zero non esiste».


LA PASSIONE
Il padovano ha una grande passione per lo sport, dal ciclismo allo sci. Nei gruppi social dedicati allo scialpinismo e al fuoripista, ogni tanto il 30enne è intervenuto per domandare informazioni sulle condizioni del manto e sulla situazione delle strade. Per esempio nel dicembre del 2021 chiedeva com'era la neve nella zona di Sappada e Santo Stefano di Cadore, mentre a novembre del 2018 cercava idee proprio per fare scialpinismo tra Veneto e Trentino, tanto da aver bisogno di sapere se il Passo Fedaia fosse aperto da Belluno. Ad aprile scorso gli era successo l'inconveniente dello sci: al confine tra l'Alto Adige e la Lombardia, si erano strappati i ganci dello scarpone e l'attrezzo era scivolato a valle. «Alcune botte e basta per fortuna», aveva poi rassicurato tutti il giovane.
 

Ultimo aggiornamento: 8 Dicembre, 10:29 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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