Marmolada, il legale della famiglia Miotti: «Si faccia luce sulle responsabilità di Provincia e Protezione civile»

La tesi sul disastro della "Regina": «C'era un ampio crepaccio sul ghiacciaio, non è stato uno slittamento ma un crollo»

Sabato 9 Luglio 2022 di Giuliano Pavan
Erica Campagnaro e Davide Miotti
4

CITTADELLA - L'angoscia continua. Le salme recuperate sotto la parte di ghiacciaio che si è staccato dalla Marmolada non sono ancora state identificate. E i famigliari dei dispersi, che ancora attendono una chiamata, hanno deciso di passare al contrattacco. In particolare, i parenti di Davide Miotti ed Erica Campagnaro, i coniugi di Cittadella travolti domenica scorsa assieme al 32enne montebellunese Gianmarco Gallina e alla compagna 33enne di Bassano Emanuela Piran, attraverso il loro legale, l'avvocato Massimo Simonini, puntano il dito contro la Provincia di Trento e la Protezione civile.

L'esposto

«Chiediamo che le indagini facciano luce sul ruolo che possono aver avuto in questa tragedia l'Ufficio previsioni e pianificazione della Provincia autonoma di Trento e l'ufficio della Protezione civile - afferma l'avvocato Simonini - La località del ghiacciaio sulla Marmolada viene considerata alla stregua di una meta sportiva come la vetta delle Ande o del Monte Bianco. In realtà stiamo parlando di una vera e propria località turistica fruibile dalla maggior parte delle persone, anche in assenza di particolari capacità tecniche». Un presupposto da cui fa partire un ragionamento ulteriore, riportando le parole di Guglielmina Adele Diolaiuti, glaciologa dell'università di Milano, secondo cui in Marmolada non si è verificato lo slittamento di un seracco ma il distacco del ghiacciaio causato da un crepaccio molto ampio. «In base a questo dato - scrive l'avvocato Simonini - si chiede se non vi fossero autorità pubbliche preposte a verificare lo stato di un crepaccio, che per sua natura può causare distaccamenti, situato a monte di una meta turistica ad alta frequentazione».

Autorità pubbliche che indica nell'ufficio previsioni e pianificazione della Provincia Autonoma di Trento e dell'ufficio della Protezione civile. In sostanza, il legale chiede alla magistratura di andare a fondo, senza lasciare nulla al caso, perché secondo lui quella tragedia poteva essere evitata.

La riunione del Cai

Nel frattempo il Cai di Castelfranco, a cui era iscritto Davide Miotti, si è riunito giovedì sera per decidere quali iniziative intraprendere per aiutare Karen ed Ettore, i due figli di 24 e 16 anni della guida alpina e della moglie Erica Campagnaro. Alcune proposte sono state fatte, altre lo saranno nei prossimi giorni. E tutte verranno formalizzate ai famigliari di Davide ed Erica e anche a quelle dei loro compagni di cordata, Gianmarco ed Emanuela. «Il consiglio si è riunito e sono state prese alcune decisioni - afferma Paolo Baldassa, presidente del Cai di Castelfranco Veneto - preferiamo però aspettare prima di renderle note, per rispetto alla situazione che stanno vivendo i famigliari dei dispersi». Già, perché il riconoscimento delle salme recuperate in Marmolada non è ancora stato fatto, lasciando in un limbo tutti i parenti di Davide, Erica, Gianmarco ed Emanuela.

Ultimo aggiornamento: 10 Luglio, 10:53 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci