San Martino di Lupari, genitori massacrati. Ultimo saluto a Maria Angela: «Ha dato la vita per i propri cari»

Trecento persone ieri nel Duomo di San Martino di Lupari hanno voluto omaggiare l'84enne ex insegnante

Giovedì 5 Gennaio 2023 di Serena De Salvador
Il funerale di Maria Angela Sarto

SAN MARTINO DI LUPARI - «Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici e i propri cari». È una parafrasi del Vangelo di Giovanni la frase che don Livio Buso ha scelto per riassumere il modo di vivere che Maria Angela Sarto ha sempre fatto proprio. Una donna di fede e di carità, capace di amare sopra ogni cosa anche nei momenti difficili che la vita non ha mancato di riservarle, anche e specialmente verso la figlia primogenita Diletta, accusata di averla assassinata il 27 dicembre. Trecento persone ieri nel Duomo di San Martino di Lupari hanno voluto omaggiare l'84enne ex insegnante, originaria di Fontaniva. Chiara, la 48enne secondogenita a cui è toccata l'atroce scoperta del corpo esanime della madre, era stretta al marito Renato e alla figlia. Non ha invece potuto dire addio all'amatissima Maria Angela il marito Giorgio Miatello, 89 anni, ancora ricoverato all'ospedale di Padova dopo essere scampato per un soffio alla furia omicida.

L'omelia

«In questo tempo dell'immenso e dilaniante dolore, dell'impotenza di fronte al dramma della morte, dell'incapacità di trovare risposte ai perché degli inauditi eventi dell'esistenza umana, non lasciamoci travolgere dalla paura. È questo il momento di trovare la speranza che abita in noi, di trovare rifugio nella speranza della resurrezione» ha esordito don Livio davanti a una comunità che nelle ultime settimane è stata funestata dai lutti. «Maria Angela era donna non solo praticante, ma realmente credente, una donna di fede e speranza, capace di sguardo che andava oltre le realtà terrene» ha proseguito il sacerdote. E l'84enne era davvero una grande devota, tanto che i familiari hanno deciso di destinare eventuali offerte alla ristrutturazione della cripta del Duomo, una chiesa che per Maria Angela era un porto sicuro. «La sua fede è stata messa alla prova nelle stagioni di grande differenza che la vita le ha riservato, ma la sua vita spirituale è sfociata nella carità e nell'amore.

Parenti, amici, alunni, tutta la nostra comunità ha potuto godere della ricchezza della sua personalità». Di Maria Angela resta non soltanto il ricordo, ma l'esempio. Resta la testimonianza della capacità di amare l'altro prima di sé, in un modo tanto grande quanto delicato, gentile, solare. Proprio come era lei, figura elegante e aggraziata dal sorriso aperto e contagioso, dai modi sempre garbati e gentili ma altrettanto sempre pronta ad accogliere l'altro, fossero i parenti, gli amici, i suoi studenti, persino gli sconosciuti.

Il ricordo e l'insegnamento

«Maria Angela ha preso sul serio l'invito di Gesù ad amare gli altri più di noi stessi, con delicatezza, sensibilità e gentilezza è vissuta con e per il marito, le figlie, gli adorati nipoti donandosi fino in fondo anche nei tempi non facili - ha proseguito don Livio - Ha seguito per tanti anni i suoi studenti, rimanendo sempre un'insegnante nello spirito e nel modo di fare. Era la donna che con piacere ha sempre aperto le porte della sua casa: agli amici nelle occasioni di festa, ma anche a persone bisognose. È una donna che ha saputo dialogare e intessere relazioni belle grazie al sorriso e alla gentilezza».

L'invito di don Buso durante l'ultimo saluto si è unito a un ringraziamento andato proprio alla 84enne. «Nel dispensare speranza e carità non ci improvvisa, se ne diventa capaci giorno dopo giorno. Anche se le vie del Signore non sono sempre per noi pienamente comprensibili, facciamo che non siano inutili la vita e la morte di Maria Angela - ha proseguito il parroco, citando ancora una volta il Vangelo di Giovanni - Il suo esempio e la sua testimonianza ci rendano capaci di accogliere oggi le parole di Gesù che dice "Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga". Ecco, il suo frutto resterà per sempre e lei sarà viva tra noi. Grazie di cuore cara Maria Angela per quanto ci hai donato: la tua vita non la fa la cronaca di questi giorni, ma una storia di amore e fedeltà che non ha fine. Un giorno ci rivedremo». Diletta, la figlia in carcere con l'accusa dell'omicidio della madre e del tentato omicidio del padre ma non rea confessa, è stata nominata una sola volta durante la funzione. A lei, nonostante il peso dell'atroce sospetto della colpa, nel giorno dedicato alla madre trucidata è andata una sequenza della preghiera dei fedeli: «Sii luce per Diletta e per coloro che sono nell'oscurità, aiutaci a trattenere il giudizio». Al termine della funzione la salma dell'84enne è stata cremata e riposerà nel cimitero di Fontaniva. 

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Ultimo aggiornamento: 09:56 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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