PADOVA - Ammontano a 100 milioni di euro i danni provocati dalla siccità alle campagne padovane.
La grandine
Le scarsissime precipitazioni di questi giorni infatti sono trascurabili in termini di apporto idrico, mentre la grandine e il vento forte hanno imperversato in per tutta la settimana, allungando la lista dei danni di altre decine di migliaia di euro. L'ultima sferzata l'altro pomeriggio e sera, in diverse zone della provincia. Intensa e violenta la tempesta ha segnato le coltivazioni in campo Fontaniva, Villafranca, Piazzola sul Brenta, Anguillara, per poi spostarsi a Este, Baone, Lozzo ed Ospedaletto. Le coltivazioni in campo non sono state risparmiate seppur il fortunale si è abbattuto a macchia di leopardo. I tecnici di Coldiretti stanno registrando le segnalazioni per effettuare sopralluoghi presso le aziende interessate anche dalle forti raffiche di vento che hanno divelto serre e annessi rustici. Ancora una volta dove la grandine ha colpito con maggiore intensità sono andate distrutte le coltivazioni a pieno campo.
«Danni irreversibili»
In un'azienda di Villafranca informa Coldiretti, è perduto il raccolto di peperoni, letteralmente bombardati dalla grandine, ma anche zucchine e pomodori. Compromessi anche il mais su decine di ettari colpiti dalla grandine e dal vento forte, come l'erba medica e la soia che stava crescendo su terreni aridi e quindi con difficoltà. «Le perturbazioni di questi giorni colpiscono un territorio indebolito dall'assenza di precipitazioni. Nella Bassa Padovana la situazione è drammatica e nei campi in cui non è possibile irrigare le coltivazioni sono ormai rinsecchite. Abbiamo distese di mais ingiallito e accartocciato per mancanza d'acqua, di soia che appena spuntata dal terreno è già bruciata, di ortaggi e frutta arsa dal sole e dalle elevate temperature. Anche i vigneti sono in sofferenza idrica e se non pioverà la produzione ne risentirà».
«La pioggia è attesa per combattere la siccità nelle campagne ma per essere di sollievo deve durare a lungo, cadere in maniera costante e non troppo intensa, mentre i forti temporali, soprattutto con precipitazioni violente, provocano danni poiché i terreni non riescono ad assorbire l'acqua che tende ad allontanarsi per scorrimento provocando frane e smottamenti - commenta il presidente Coldiretti Massimo Bressan - la grandine è la più temuta dagli agricoltori per i danni irreversibili che provoca ai raccolti in una situazione in cui la siccità ha già avuto un impatto devastante sulle produzioni che fanno segnare cali di oltre il 30% per il mais e i foraggi, del 20% per il latte nelle stalle con le mucche stressate dal caldo afoso, del 30% per il frumento duro. In diminuzione di oltre 1/5 le produzioni di frumento tenero, ma crollano del 30% pure la produzione di riso, del 15% quella della frutta ustionata da temperature elevate e assalita dai parassiti».
«Siamo di fronte alle conseguenze dei cambiamenti climatici con il moltiplicarsi di eventi estremi e una tendenza alla tropicalizzazione con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi e intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo. Il risultato è un conto sempre più drammatico per l'agricoltura, tra perdite della produzione e danni alle strutture e alle infrastrutture».