Malato al rene a soli 4 anni, salvato dal robot-chirurgo: «Mai operato un bimbo così piccolo»

Sabato 23 Ottobre 2021 di Elisa Fais
Il pupazzo del piccolo di 4 anni con il drenaggio

PADOVA - Ad accompagnarlo nel ricovero in Azienda ospedaliera, il suo pupazzo attaccato al drenaggio con un cerotto. E poi un disegno, che rappresenta quel dottore che si è preso cura di lui. Il protagonista di questa storia a lieto fine è un bimbo di soli quattro anni, sottoposto ad un eccezionale intervento di nefrectomia parziale robotica. A manovrare il joystick del robot da Vinci in sala operatoria, il direttore dell'Urologia Fabrizio Dal Moro, accanto a una decina di sanitari tra anestesisti, nefrologi e infermieri.

Inevitabile il coinvolgimento emotivo per quel piccolo paziente speciale, che sin dai primi momenti ha dato fiducia ai medici di via Giustiniani, chiedendo spiegazioni in merito a quello che gli stava accadendo. Il legame, nato da un letto d'ospedale, arriva fino ad oggi.

IL COMPLEANNO

«Il bambino ha addirittura festeggiato il compleanno durante il ricovero racconta con il sorriso il professor Dal Moro -. Una volta tornato a casa, ci ha mandato un messaggio vocale attraverso i suoi genitori. All'asilo si è rivolto ai suoi amichetti chiedendo di non pungerlo con le forchette in pancia, visto che lo avevamo già fatto noi». L'intervento ad alta specializzazione è stato possibile grazie alla competenza della mano del chirurgo, unita alla tecnologia di ultima generazione in sala operatoria. Il robot è utilizzato di frequente per gli adulti, in particolare nel campo dell'oncologia. «Ancora una volta Padova dimostra un'eccellenza in campo sanitario e più in particolare nell'urologia pediatrica, sono poche le realtà in Italia ad occuparsi di questi casi delicati afferma il direttore generale, Giuseppe Dal Ben -. L'Urologia pediatrica è un'attività di nicchia, che Padova sta eseguendo con notevole autorevolezza. Da circa un mese è stato acquistato il nuovo robot Da Vinci, che è stato usato anche in quest'intervento pediatrico».


Sul paziente intervengono sottilissime dita meccaniche, che muovendosi all'interno dell'addome, arrivano in punti altrimenti irraggiungibili. L'avveniristica macchina, del valore di quasi 3 milioni 900 mila euro, si affianca ad un'altra già in dotazione da tempo in via Giustiniani. Il sistema robotico da Vinci è composto da tre componenti principali. C'è la consolle chirurgica, che costituisce il centro di controllo dove l'operatore ha la possibilità di passare dalla vista a schermo intero a una modalità a più immagini. Poi c'è il carrello paziente, che è il componente operativo provvisto di quattro bracci, innestati su di un perno centrale girevole, che comandano l'endoscopio e gli strumenti chirurgici in modo tale da poter agire su tutti i quadranti del campo operatorio. E, infine, il carrello visione che contiene l'unità centrale di elaborazione delle immagini.

LA PATOLOGIA

«Il bimbo operato proviene da un'altra Regione e, quando è arrivato qui a Padova, presentava una neoformazione a livello del rene spiega il professor Dal Moro -. Una pregressa operazione chirurgica a cielo aperto complicava le cose, aumentando il rischio aderenze. Abbiamo scelto di non asportare il rene, ma eliminare solo la massa. All'interno di questa c'era una grossa componente liquida, era quindi fondamentale evitare la rottura. É andato tutto bene, e alla fine la ripresa del bimbo è stata immediata. Questa operazione chirurgica ci ha fatto capire che queste tecnologie possono essere adatte anche ai piccoli pazienti».
Il lavoro d'equipe in sala operatoria in questo caso è durato due ore. Ma il robot da Vinci è molto attivo anche sul fronte degli adulti, sono almeno due al giorno gli interventi di chirurgia robotica portati a termine per neoplasie del rene o della prostata. «Abbiamo la fortuna di contare su una struttura ospedaliera che ci permette di sfruttare le nuove tecnologie precisa Dal Moro -. Gran parte della nostra attività in campo urologico ora è robotica e ha approcci mini-invasivi. I vantaggi sono notevoli perché i pazienti vengono dimessi prima e non si va incontro a danni collaterali, per esempio si riduce il rischio incontinenza. Con due robot a disposizione si può fare molto. La chirurgia robotica richiede anche molta formazione: è necessario applicare protocolli di sicurezza in caso sorgessero emergenze, come gli arresti cardiaci». Uno degli interventi più complessi è la cistectomia robotica.
 

Ultimo aggiornamento: 13:46 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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